L’assessore venuto da Venezia.

L’assessore venuto da Venezia.
Intervista di Berardo Impegno a Pierpaolo Baretta.

Berardo Impegno: Caro assessore, sul bilancio comunale e patto per Napoli a che punto siamo?
Pierpaolo Baretta: Bisogna tener conto del punto di partenza. Abbiamo trovato un buco di cinque miliardi composto da 2 miliardi e 2 di deficiet vero e proprio e da 2 miliardi e 8 di deficiet finanziario di debiti e mutui accumulati nel corso del tempo e che impegnano l’amministrazione fino al 2044 – 2048. Con questa partenza il Comune era finito. Manfredi in campagna elettorale si era reso conto che la situazione era grave ma non pensava che lo fosse fino a questo punto. L’aveva stimata intorno ai 3 miliardi. Io non c’ero ancora. E lui già pose il tema politico al Governo Nazionale, allora preceduto da Draghi, e da un’altra maggioranza. Quando fui contattato da Manfredi e dalla politica nazionale per venire a Napoli, mi convinse a questo salto di vita perché Napoli era una questione nazionale. Quindi questo è il punto di partenza. Napoli era in una situazione da chiusura. Ma è una questione nazionale. La politica nazionale aveva questa percezione: non possiamo lasciare Napoli ad affondare. Da qui il lavoro immediato sul Patto per Napoli che nel giro di un paio di mesi noi abbiamo messo in piedi.
Berardo: Tu collaborasti già allora?
Baretta: Si. Appena arrivato ho fatto il Patto per Napoli. Fu il compito che mi era stato assegnato. Facciamo due mesi di dure trattative col Governo. Governo che era disponibile, ma comunque era il Governo, e quindi difendeva le compatibilità nazionali. Alla fine raggiungemmo un accordo che consiste non solo nell’erogazione finanziaria di una cifra importante di un miliardo e tre, da restituire in un arco di tempo molto lungo, ma anche in uno scambio di impegni che io stesso ritenevo fossero utili che ci fossero, perchè davano la sensazione che anche Napoli ci mettesse del suo nella ricerca di un percorso virtuoso. Quando tu hai 880 milioni di multe non pagate, 770 milioni di Tari non pagata e i 5 miliardi, capisci che non vai da nessuna parte. C’è, poi, un problema che riguarda il Patrimonio. Napoli, se non è la prima, certo è tra le prime città col suo Patrimonio di edilizia pubblica, con le sue 67000 unità immobiliari, è una delle più grandi proprietà immobiliari d’Italia. Però ci sono 23000 EVV (Canoni Sociali) con una condizione sociale molto molto complicata. Di contro ci sono alcune unità immobiliari straordinarie, di valore assoluto. Poi, avevamo una situazione difficile nel settore dei trasporti. Si erano avviate tante cose, per esempio la Metropolitana, ma non si erano completate. Napoli dava l’idea di una città abbandonata. Siamo ripartiti.
Il Patto per Napoli e il PNRR sono le due gambe che ci hanno consentito di ripartire. L’Amministrazione Manfredi è stata veloce. Ha presentato subito progetti per il PNRR per 1 miliardo e oggi penso che si possa arrivare a due miliardi di finanziamenti da PNRR. Quindi abbiamo agito su queste due leve: la leva investimenti, per esempio Taverna del Ferro. E poi l’Albergo dei Poveri, il Maschio Angioino etc etc. Sul lato puro del bilancio abbiamo dovuto tenere in equilibrio la riduzione progressiva del debito con l’esigenza crescente di spendere. Perché alla fine non vivi se non spendi. E questa operazione diciamo che è sostanzialmente riuscita. Siamo riusciti a rispettare tutte le scadenze di un cronoprogramma molto serrato che il Patto per Napoli ipotizzava.
Abbiamo dovuto fare anche un’aumento d’imposte, abbastanza contenuto perché è solo lo 0,2 di IRPEF. Mentre invece abbiamo cercato di recuperare risorse attraverso la Tassa d’Imbarco sugli Aereoplani, che hanno contestat ma poi hanno perso la causa. Inoltre abbiamo poi fatto due operazioni: quella con Municipia, con la quale abbiamo affidato all’esterno all’esterno la riscossione dei tributi comunali (anche perchè non c’erano organici suffienti). L’idea è di recuperare in dieci anni un miliardo. Abbiamo i primi dati, ancora troppo parziali, che ci fanno ben sperare. Abbbiamo lanciato un messaggio alla città: la città è tua, noi dobbiamo darti i servizi e dobbiamo darteli, ma in qualche modo vediamo di farli diventare un progetto comune.
La seconda cosa che abiamo fatto è un accordo con Invimit che è questa società pubblica dello Stato, per valorizzare il Patrimonio.
Abbiamo costituito un fondo per il quale il Comune ha il 70% e la società il 30% e trasferiamo alcuni immobili dalla proprietà nostra alla proprietà del fondo. Invimit mette i soldi e noi gli immobili. E avviamo questo percorso di valorizzazione. Queste cose ci hanno consentito di cominciare a resprare. Tant’è che alla chiusura del bilancio del 2022, siamo riusciti a scendere sotto i 2000 miliardi di disavanzo. Da 2,200 siamo arrivati a 1,990. Siamo scesi sotto una soglia fatidica e simbolica. Abbiamo anche fatto un paio di.operazioni di alleggerimento del debito. Ricontrattando e alleggerendo i mutui.
Per la prima volta dopo tanti anni abbiamo dato soldi alle municipalità : 800 mila euro a testa, in modo tale che potessero cominciare a tamponare situazioni di emergenza.
Quindi a che punto siamo? Con questi presupposti possiamo dire che si è fatto un lavoro vero di cambiamento e che ora si comincia a intravederlo. Il problema è che questo è un lavoro lungo.
Il percorso di queste cose che ti ho descritto tidicono che i veri risultati si vedranno in prospettiva.
Berardo: dieci anni.
Baretta: Si, dieci anni. Allora noi però abbiamo un problema. La città non vuole aspettare dieci anni. Quindi il nostro problema adesso, dopo due anni, sui quali io do un giudizio positivo, è che non ci possiamo sedere sui risultati e dobbiamo trovare un nuovo punto di equilibrio. Prima era non morire e provare a ricominciare a camminare. Adesso è metterci al passo con la domanda dei cittadini.
Berardo: Ora è la convalescenza.
Baretta: Esatto. È una convalescenza veloce perché i cittadini hanno alzato la posta della domanda. Perché le critiche che senti e ci sono, sono tutte critiche da domanda, non da negazione dei risultati raggiunti, mentre prima i cittadini erano dubbiosi.
Berardo: Pensavano: non si può fare nulla!
Baretta: Infatti anche a livello nazionale, c’era una grande credibilità del sindaco. Ma tutti dicevano: ma ce la farete? Era in discussione il giudizio sulla città: Napoli non cambia.
Berardo: Come va il rapporto con questo nuovo governo?
Baretta: Abbiamo avuto il rischio di un solo incidente di percorso, quando potevano essere tolte, almeno in parte le risorse del PNRR, che invece sono rientrate. Quindi anche questo governo, al di là delle differenze politiche, non può negare l’importanza della città di Napoli. La dimostrazione è come un esponente del loro governo che è Sangiuliano collabora con noi e si è buttato dentro la collaborazione istituzionale.
Berardo intelligentemente Sangiuliano e intelligentemente ha risposto il sindaco Manfredi. La risposta è stata di disponibilità istituzionale. Molto trasparente. Quindi abbiamo presentato i progetti ma sono stati finanziati tutti?
Baretta. Tutti. Il pericolo era che alcuni di quelli presentati da Napoli potessero essere tolti nella contrattattazione con Bruxelles. L’impegno che ha preso il governo è che comunque in un modo o nell’altro questi progetti verranno finanziati. Perché non c’è solo il PNRR, ci sono i fondi europei etc. Poi Manfredi ha fatto la scelta di avviare i lavori perché giustamente non si poteva non rispondere a questo, e, soprattutto, per far comprendere al Governo che questi progetto devono essere finanziati. Per cui diciamo che i rapporti sono istituzionalmente corretti.
Berardo Mi sembra che ora c’è una maggiore collaborazione con i soggetti economici della città, per esempio con l’Acen, ma anche con l’Unione industriali. C’è una maggiore disponibilità ad investire da parte dei privati, anche perché non c’è più il paradigma di un’Amministrazione che sia dubbiosa verso l’iniziativa privata. L’Amministrazione, invece,che invece sollecita l’attivazione di capitali privati. Insomma, quale collaborazione con la società borghese?
Baretta: Diciamo che la borghesia napoletana sta cogliendo questa fase. Nel senso che c’è il nostro merito
Ma soprattutto che Napoli è al centro di un’attenzione globale. Lo dimostra il turismo, lo dimostra la produzione culturale, lo dimostra la produzione cinematografica e televisiva. Quindi da nazionale Napoli è diventata una questione globale. Quindi Napoli è una grande occasione di Business. L’Amministrazione accompagna questo percorso. Il vero elemento rispetto al passato che tu hai colto è che noi pur avendo chiare le prerogative pubbliche, accompagniamo questo percorso, per cui soprattutto nelle ultime settimane che il sindaco ha lanciato questo Patto (Patto per lo sviluppo),ha avuto risposte di interessanti disponibilità. E dobbiamo quindi tradurle in piani operativi. In questo senso il PNRR fa da volano e ha dimostrato agli operatori economici che conviene investire. Il problema è di rendere concreta questa piattaforma.
Berardo E invece cosa si può fare per le fasce più deboli?
Baretta: Io penso che questo è un grande problema. Non credo che da soli potremmo farcela. E su questo vanno fatte delle osservazioni critiche al governo centrale. Però noi possiamo fare qualcosa. La prima cosa che io penso che possiamo fare e lo dico anche perché è competenza del mio dipartimento, è fare degli investimenti per migliorare la condizione delle case popolari che sono in situazioni spesso inaccettabili e quindi orientare risorse anche non direttamente del bilancio comunale proprio lì. Anche perchè il nostro bilancio comunale è sempre stretto.
Berardo. Ma il bilancio statale sul tema casa è zero.
Baretta: Esatto,per un piano sulla casa ci vorrebbe una politica nazionale. Non c’è ombra di dubbio. Sia come domanda di casa, sia come rigenerazione urbana. Ma noi comunque dobbiamo fare il nostro. Per esempio: sfruttare la più grande opportunità che Napoli ha rispetto al resto d’Italia, cioè che è la città metropolitana più giovane d’Italia. Il negativo è che comporta evasione scolastica, criminalità giovanile, ragazzi che se ne vanno perché non trovano lavoro. Ma resta un punto di grande vantaggio, la possibilità d’investimento sulle giovani generazioni. È la grande scommessa vera che noi possiamo fare perché significa anche un intervento sulla povertà.
Berardo Mi hai dato un grande assist. Perché non si procede davvero a un’ unificazione tra Comune di Napoli e Autorità Metropolitana? E perché c’è questa vulgata che dice che l’Autorità Metropolitana serve solo come finanziamento del Comune di Napoli?
Baretta: No questo è un problema non solo di Napoli. Diciamo la legge Del Rio è un’incompiuta.
Berardo: Una legge pessima.
Baretta: Si, ho risposto in modo diplomatico. Non ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissa per cui è rimasta in sospeso una situazione. Ma anche perché l’errore fondamentale tecnico della legge del Rio è che ha fatto coincidere i confini provinciali con l’idea della città metropolitana. L’ipotesi di Metropoli è un bacino di sviluppo, non è un confine amministrativo. Quindi tu potresti prendere la provincia di Napoli e dividerla in due bacini di sviluppo, perché sono diversi tra loro. Quindi più che preoccuparsi di un’unità amministrativa, è utile, sono d’accordo, occuparsi di una visione strategica di sviluppo. Pensa a Napoli, le industrie sono tutte fuori, ma incidono nel Comune sia in termini di mobilità che in termini di risorse e in termini di sviluppo. E Napoli ha in questo senso grandi potenzialità.
Berardo: dovete migliorare sulla comunicazione. Lo dicono tutti e lo ribadisco anch’io. Manfredi non ha una comunicazione efficace.
Baretta: Ma questa non è una domanda
Secondo me la risposta sta nella capacità di far scattare un orgoglio napoletano in chiave nazionale e internazionale. Io non sono napoletano e sono molto prudente quando do delle soluzioni, però sono qua, ci lavoro, e mi sono affezionato alla città, quindi dico anch’io la mia. Napoli, come abbiamo detto è una grande metropoli globale, ma guarda più a se stessa che al suo ruolo nel mondo. Quindi la comunicazione nostra deve essere improntata a questa visione. In questo, Manfredi ha le caratteristiche giuste perché Manfredi è un leader meridionale di una nuova visione della politica meridionale. Che ha anche un’interlocuzione nazionale molto solida. E quindi, noi tutti, dobbiamo fare uno sforzo, devono farlo i giornali locali, la cultura perché la narrazione su Napoli è il tema. Napoli è la capitale. È la prima sensazione che ho ricevuto il primo giorno che sono venuto a Napoli. E questa volta sono venuto per restarci. La cosa che ho detto a mia moglie è stata: sono arrivato in una capitale. Dopodiché però avverto che Napoli non si vive come capitale. Napoli sa di esserlo ma non fa tutto ciò che occorre per esserlo.
Berardo È una bella signora un po’ invecchiata.
Baretta:Che però ha bisogno di un restailing.
Berardo: Di quelli buoni però. Il mare non bagna Napoli.
Baretta: È strano.La cosa mi ha colpito tantissimo.
Berardo: Mentre Venezia è la città marinara per eccellenza insieme a Genova. Tu che vieni da Venezia, che differenza hai colto tra Napoli e Venezia?
Baretta: È una sensazione che mi ha colpito moltissimo, perché è proprio vero. Il mare non è dentro le corde profonde dei napoletani. A Venezia il mare ti passa dentro. Noi abbiamo fatto una battaglia per togliere le navi dal bacino di San Marco. A Napoli le navi le abbiamo di fronte, ma è come se fossero fuori, non le vediamo. Quindi io penso che c’è un problema di sviluppo economico. Mentre a Venezia tutto il suo sviluppo economico è segnato dal mare, qui lo sviluppo economico non è stato marino, salvo che per i marittimi.
Berardo:Napoli è stata occupata venendo dal mare. Sono venuti gli stranieri.
Baretta: La cosa mi ha colpito molto. Ma penso che invece sia un tema d’investimento. Se c’è una cosa che mi ha colpito è che Napoli non ha una Marina, una darsena per le grandi barche. Poi segnalo che Manfredi ha fatto un’operazione molto bella per il molo San Vincenzo.
Berardo: Ma l’ha fatta?
Baretta: Si il Molo è già stato dato a noi.
Berardo. Questa è una notizia, perché non la valorizzate.
Baretta: Abbiamo fatto il protocollo.
Berardo: La vera soluzione è spostare metà della movida lì.
Baretta: Ho fatto qualche mese fa il protocollo e dato che Napoli non ha una marina, questo è un posto per i grandi yacht.
Berardo: ma anche per la passeggiata a mare.
Baretta: Devono finire prima i lavori del molo Beverello.
Berardo Insieme alla litoranea può diventare un’insula verso la quale spostare gran parte della movida del sabato sera. Ti ringrazio sei stato gentilissimo.

Intervista a cura di Evelina Parente.