Qualcosa di Napoli, cosa è stato e perché ripartire

Qualcosa di Napoli, cosa è stato e perché ripartire

Sono caporedattrice di Qualcosa di Napoli dal 2016, anno in cui decidemmo di dare nuova linfa al giornale dopo un lungo ciclo iniziato nel 2013. QdN, dunque, quest’anno, compie 11 anni. Veramente tanti per un online, un progetto che nonostante le difficoltà legate a qualsiasi cosa abbia una vocazione “non a scopo di lucro”, le innovazioni tecnologiche e digitali che si sono susseguite e la stanchezza, ha continuato a resistere, e che, si spera, col nuovo ciclo che intendiamo intraprendere, possa continuare ancora a lungo.

Quando nel 2016 scrivemmo quello che volevamo essere, nella sezione intitolata “Qualcosa di Noi” ci demmo una linea riformista, pragmatica, moderna, eravamo quasi tutti un gruppo di simpatizzanti del Partito Democratico, a cui poi si aggiunsero molti giovanissimi, creando anche una rete di amicizie che perdura nel tempo.

Volevamo raccogliere il cosiddetto “idem sentire”, per dare un luogo virtuale di discussione a quanti ne avessero l’esigenza, i temi, oltre quelli locali, hanno spaziato dai diritti civili, alle politiche economiche nazionali ed europee, ad ampi dibattiti sulle politiche e sulla politica, sia interna al Partito Democratico che legata alle varie scadenze elettorali che negli anni si sono susseguite, mantenendo sempre uno sguardo “su Napoli” o “da Napoli”.

Negli anni ci siamo avventurati in terreni nuovi e abbiamo raccolto il contributo di chi sentiva il bisogno di raccontare le bellezze e le difficoltà di una città e di una regione capace di rigenerarsi e di “sfornare” talenti, intelligenze, eccellenze in ogni campo. Abbiamo provato a parlare di sport, non solo di calcio, anche e soprattutto il basket, e di altri, sporadicamente, come ad esempio la ginnastica artistica.

QdN ha rappresentato la possibilità di mettermi alla prova, di mantenere allenato e attivo il cervello anche quando quel che succedeva attorno suggeriva di fermarsi, è dunque qualcosa a cui sono legata in termini affettivi, ma come un buon genitore con un figlio, avvertivo la necessità che esso si emancipasse un po’ da me, trovando altre ragioni per andare avanti, rigenerandosi nella forma (anche dal punto di vista digitale e grafico) e nei contenuti, pur non facendo mancare il mio apporto.

Volevo poi ringraziare, perché forse non l’ho mai fatto, o quantomeno mai pubblicamente, tutte le persone, che si sono succedute e hanno contribuito a vario titolo e con diversa frequenza e temporalità, le porterò per sempre nel cuore. Ringrazio chi mi ha preceduta come redazione, chi c’era e ha pensato e costruito l’idea. Ringrazio chi ha deciso di restare, ricominciare, rimettersi alla prova.

Ma ha ragione d’essere Qualcosa di Napoli nel 2024 e negli anni a venire? Assolutamente sì.

In un Paese come l’Italia attualmente governato dalle destre, appare ancora più un’esigenza discutere sui diritti delle donne, della comunità lgbtq+, sui nuovi diritti quali ad esempio il “fine vita”, occorre iniziare davvero, e senza ideologismi esasperati, un dibattito sull’ambiente e la transizione ecologica, serve provare a ribadire che i diritti sociali, il diritto a un lavoro, il diritto alla salute, il diritto alla casa, quello alla mobilità, alla sicurezza urbana (che pure è un tema da far ritornare a pieno in quelli propri della sinistra) sono messi in discussione e indeboliti da troppo tempo, per cui, con proposte concrete occorre invertire la rotta. Da Napoli poi, è interessante guardare al di fuori, oltre i confini dell’Italia, in termini geopolitici, economici e sociali.

È una bella sfida, ambiziosa, ma non impossibile, la necessità che QdN si trasformi in una voce corale e al tempo stesso eterogenea, capace di contribuire al dibattito cittadino e provare ad espanderlo.

In bocca al lupo al nuovo ciclo!

Angela Pascale