LA PAZIENZA DI G…EOLIER

© Fonte: Profilo Instagram di Geolier (@geolier)© Fonte: Profilo Instagram di Geolier (@geolier)

LA PAZIENZA DI G…EOLIER.

A Napoli c’è un detto che dice “nce vo’ pacienza a magnà carciòffole”, che significa letteralmente che ci vuole pazienza per mangiare i carciofi. Questa espressione di uso linguistico locale utilizza il processo di mangiare i carciofi come metafora per descrivere tutte quelle attività che richiedono una notevole dose di pazienza.
Mi spiego meglio: così come si deve avere pazienza nel consumare foglia per foglia un carciofo, allo stesso modo bisogna essere paziente nelle sfide quotidiane che richiedono tempo e impegno. Tipo Sanremo 2024 per Geolier.
Anche se in effetti, le cose non sono state semplici ancora prima dell’inizio.
E infatti la canzone ha suscitato una serie di controversi dibattiti sin dal momento in cui il suo testo è stato reso noto da un altrettanto noto giornale. Polemiche sorte, tra l’altro, neanche tanto a causa del significato proprio della canzone, cosa che solitamente si fa con tutti i rapper, quanto piuttosto per la sua forma e specialmente per l’uso del napoletano in quanto lingua.
Ed ecco che come spesso accade, in moltissimi si sono sentiti in dovere di dire la propria “contro” Geolier, persino i neoborbonici, i quali hanno addirittura suggerito al ventitreenne di frequentare un corso di napoletano.
Durante la sua prima esibizione al Teatro Ariston, Emanuele in arte Geolier, che ha studiato e lavorato molto sulla e per la sua esibizione, si presenta sul palco e fa il suo mestiere: canta. E immediatamente tutte le piattaforme social sono state letteralmente invase da commenti ironici e sfottò.
Questi sono stati così tanti che in pratica, i più attenti hanno cominciato a convincersi del fatto che, evidentemente, gli antimeridionalisti a convenienza, ma sfegatati fan di “Gomorra” e “Mare fuori”, dovevano proprio temporaneamente essersi dimenticati di come si accoglie e si apprezza il napoletano. Che tra l’altro, si ricorda, è una delle lingue principali della canzone.
La situazione è andata complicandosi ulteriormente in occasione della serata delle cover quando con il “Medley Napoli” si classifica al primo posto. A questo punto, non solo una parte del pubblico inizia a fischiare e lamentarsi mentre prende a lasciare il proprio posto; quanto poi il giorno successivo, confermando la teoria secondo cui quando pensi di aver toccato il fondo, questo si sposta, una giornalista ritiene anche giusto chiedergli se pensasse di aver rubato la vittoria, considerate le prestazioni di alto livello degli altri cantanti. E quindi non la sua.
Tutti conosciamo poi il risultato finale dell’ultimo giorno, quando, nonostante il 60% dei voti ottenuti dal pubblico da casa, si classifica al secondo posto stroncato invece da quelli più che negativi della Sala Stampa.
In mezzo a tutto questo, Emanuele Palumbo, di anni 23, ha sempre risposto con cortesia anche a coloro che lo hanno rimproverato per il suo modo di scrivere, parlare e cantare il dialetto. Ha mantenuto sempre un atteggiamento educato anche verso chi ha insinuato che stesse frodando tutti, che stesse rubando nonostante i suoi 53 dischi di platino e 23 dischi d’oro. Ha sempre chiesto con gentilezza ai suoi fan di non attaccare nessuno, portando “pacienza” pure a casa sua. Pacienza, che, come Erri De Luca ci ha fatto notare in uno dei suoi libri, è un termine che contiene la componente della pace.
Ecco Emanuele Palumbo, di anni 23, che scrive tutti i giorni della difficoltà della vita, di riscatto, di rivincita e di rinascita, in occasione di questo Sanremo ha insegnato a tutti la pazienza, la pacienza e pure un poco di stile.

Roberta Baiano