CV E COLLOQUI, E SE NESSUNO RISPONDE?

CV E COLLOQUI, E SE NESSUNO RISPONDE?

In un articolo precedente abbiamo discusso riguardo al tema dello stress associato allo svolgimento di un colloquio di lavoro e su come gestire le domande scomode e imbarazzanti poste da un recruiter.
Vi è, però, un altro fattore che può generare ansia, e soprattutto impazienza, ed è l’attesa dell’esito. Sia esso relativo all’attesa, per l’appunto, di una risposta all’invio di un cv o ai risultati di un colloquio. Questo è particolarmente vero in quei casi in cui si è molto, ma molto, interessati alla posizione lavorativa.
È comune, anzi molto comune, che i candidati si trovino immersi in un’incertezza che sembra infinita. Tuttavia, è importante tenere a mente che è consigliabile evitare decisioni affrettate in questo periodo che in qualche modo decide del proprio futuro lavorativo.
Alcuni ritengono che effettuare un follow-up sia inutile, poiché le aziende devono valutare un gran numero di candidature, mentre altri credono che contattare i datori di lavoro possa essere una mossa risolutiva in molte situazioni.
Considerando che la prima opzione consiste nel non agire, è evidente che discuterne sia poco utile. Passiamo, quindi, alla seconda opzione, quella che implica il contattare per sollecitare una risposta. In questo caso è molto importante, innanzitutto, valutare se è stata fornita una deadline, una scadenza, entro la quale aspettarsi la comunicazione di una decisione.
Se tale data è stata indicata, allora è consigliabile non lasciare passare troppo tempo prima di contattare, al fine di evitare di dare l’impressione di avere una scarsa motivazione o di essere dimenticati. Diverso è il caso in cui non sia stata comunicata alcuna data.
In questa circostanza è consigliabile tenere conto che può esservi bisogno di almeno una settimana lavorativa per smaltire le comunicazioni, per cui sarebbe consigliabile scrivere in quella successiva ancora.
Anche se si tende a non crederci troppo, è consueto e importante mettersi in contatto con un selezionatore, un reclutatore o un datore di lavoro, e bisognerebbe normalizzarlo non esitando mai troppo a farlo. Per di più, se il tutto viene effettuato in modo educato e nel rispetto delle tempistiche di sopra consigliate, si può anche migliorare la propria immagine agli occhi dell’azienda. Veniamo adesso, al concreto.
È l’utilizzo dell’e-mail che, oggigiorno, rappresenta il modo migliore per comunicare in modo diretto ed efficiente le proprie intenzioni, ma è importante partire con il piede giusto. Questo include la scelta di un oggetto chiaro che evidenzi fin da subito che si stanno richiedendo informazioni in merito all’esito del colloquio o della candidatura.
Nel corpo del testo poi, è consigliabile evitare un’eccessiva quantità di domande o domande fuori luogo al fine di evitare confusione e ottenere il risultato opposto desiderato. È possibile chiedere, per esempio, quanto bisogna attendere per ricevere una comunicazione sull’esito o se il processo di selezione è ancora in corso da parte dell’azienda.
Se si dispone del nome del selezionatore o di un possibile interlocutore, può essere vantaggioso utilizzarlo per rendere la comunicazione più personale. Ma il tono della mail, in generale, deve trasmettere un entusiasmo adeguato, di una persona cortese e gentile che aspira a ottenere il lavoro che desidera, e cioè quello per cui ha inviato l’application o per cui ha sostenuto il colloquio.
Prima di cliccare su invio, è consigliabile, anzi fondamentale, fare attenzione a ciò che si è scritto controllando che non ci siano errori di battitura, di sintassi o addirittura grammaticali. La possibilità di sbagliare è presente ed esiste, è possibile perché siamo esseri umani, ma possiamo ridurne la possibilità riducendo il testo dell’e-mail.
A questo punto potrebbe sorgere spontanea e naturale una domanda: se non si ottiene risposta neanche al follow-up, è utile effettuarne un altro?
Come abbiamo sottolineato in precedenza, è importante essere pazienti e quindi è consigliabile attendere almeno una settimana prima di inviare un nuovo messaggio. Tuttavia, è fondamentale non continuare oltre.
Essere eccessivamente insistente con i reclutatori può risultare fastidioso, frustrante e potrebbe portare addirittura al rifiuto della candidatura. In altre parole, inviare e-mail di continuo è considerato sgarbato e poco opportuno, oltre che inefficace.
Pertanto, se il primo follow-up non ha portato ad alcuna risposta, è meglio rinunciare e concentrare le proprie energie sull’obiettivo successivo.

Roberta Baiano