Il paradosso dell’AI: a lavoro più creativi e meno tecnici

Il paradosso dell’AI: a lavoro più creativi e meno tecnici

 

La tensione all’autoconservazione è una delle principali caratteristiche dell’essere umano. Tutti gli appartenenti alla nostra specie, prima che poi, sperimentano il significato di tale necessità, erroneamente chiamato istinto, che ci permette di sopravvivere – di frequente – alle peggiori avversità. 

Allo stesso tempo, tuttavia, tale propensione si può trasformare in spietata lotta fratricida per la sopravvivenza e l’affermazione del singolo sulla massa. 

L’attitudine alla prevaricazione e allo sfruttamento del prossimo, sia essa un’altra persona, una moltitudine o l’esistente nella sua interezza, ha portato gli esseri umani a generare furiose lotte che, nel corso dei secoli, hanno registrato esempi d’ogni tipo ed esecrabili declinazioni.

In questo complesso quadro, solo accennato, si innesta una parte del dibattito sul futuro dell’Intelligenza Artificiale Generativa e delle sue conseguenze sul mercato del lavoro. Ad oggi la domanda è quale categoria di lavoratrici e lavoratori ne subirà le principali conseguenze?

Le ipotesi sul tavolo sono numerose e, in questa sede, si vuole prendere in considerazione l’interpretazione apparentemente meno diffusa. Tra coloro che s’interrogano sui possibili scenari futuri, come esperti di filosofia, sociologia e antropologia, c’è chi sostiene che a essere a rischio sono proprio coloro che lavorano quotidianamente su implementazione, miglioramento e massimizzazione delle capacità predittive dell’AI, ovvero ingegneri, fisici e matematici.

Quali sono gli ambiti in cui le capacità umane saranno superate dalle macchine? E ancora: se l’intelligenza generativa sarà sempre più capace di fornire risposte rapide e velocizzare il lavoro di tanti, chi sono coloro il cui apporto continuerà ad essere indispensabile per il sistema produttivo e sociale (chiaramente in quest’ordine)? Chiaramente non esiste, ancora, una risposta univoca, ma sembra ragionevole ipotizzare che nel campo dell’automazione, il destino sia segnato in sfavore di tali categorie. La risposta diventa, tuttavia, più complicata nel momento in cui si introducono i concetti di empatia, capacità comunicative, emozionali e relazionali.

Secondo quanto riportato in uno studio pubblicato dall’Università di Oxford le cosiddette “riposte ingannevoli” dell’AI (in inglese “AI Hallucinations”, ovvero risposte ragionevoli e plausibili ma false), sono e saranno difficilmente risolvibili, rendendo sempre necessaria la supervisione di un essere umano, così come i lavori in cui sono necessarie le capacità comunicative e creative sono considerati molto meno automatizzabili di altri lavori, come quelli tecnici che fanno del calcolo il perno attorno cui ruota tutto il sapere. D’altronde τὰ μαθήματα (ta mathémata, da cui deriva il termine matematica), significa “le cose anticipate” e chi, meglio di un calcolatore dalla potenza straordinaria e autonoma, potrà eseguire calcoli sempre più complessi tali da anticipare i risultati in modo corretto? Il paradosso, dunque, potrebbe essere che coloro che hanno contribuito alla creazione di tali tecnologie potrebbero essere tra le prime “vittime” di un sistema produttivo sempre più capace di alimentare se stesso e sempre più autonomo dal corpus sociale e umano che l’ha creato. E leggendo i report delle principali società di consulenza, che chiaramente sottolineano soprattutto gli aspetti positivi dell’AI, emerge che il futuro dei lavori “tecnici” sarà sempre più di coloro che avranno un’altissima specializzazione, un numero inevitabilmente ristretto rispetto a quelli odierni. Altro discorso, infine, riguarda l’impatto dell’AI sui salari e sulla ragionevole crescita della distanza sociale ed economica tra i pochi e i tanti. Ma di questo si tratterà in modo più approfondito nei prossimi articoli sul futuro dell’AI.

 

Veronica Maria Cirillo

 

 

 

https://www.oii.ox.ac.uk/news-events/generative-ai-has-potential-to-disrupt-labour-markets-but-is-not-likely-to-cause-widespread-automation-and-job-displacement-say-oxford-ai-experts/

 

 

https://en.wikipedia.org/wiki/Hallucination_(artificial_intelligence)