Usa e sicurezza nazionale, Tik Tok bannato dagli Stati Uniti: ByteDance contro tutti – Di Pasquale Incarnato

Usa e sicurezza nazionale, Tik Tok bannato dagli Stati Uniti: ByteDance contro tutti – Di Pasquale Incarnato

 

 

Pare che oltre oceano non se la stia passando proprio benone ByteDance, la società cinese proprietaria di Tik Tok, uno dei social media più utilizzato al mondo che è divenuto popolare in pochissimi anni: infatti è stato approvato con larghissima maggioranza un importante e storico disegno legge che – se approvato anche al Senato – darebbe 6 mesi di tempo a Tik Tok per vendere la società oppure verrà bannato. Insomma, non poca roba visti i 153 milioni di utenti statunitensi (oltre il 10% del totale mondiale) e gli oltre 7 milioni di inserzionisti sulla piattaforma. 

 

Sì, ma come siamo arrivati fin qui? Facciamo un po’ di chiarezza.

 

Tutto è partito a fine 2022, quando ByteDance sotto accusa conferma di aver spiato, ovviamente attraverso Tik Tok, alcuni giornalisti di Forbes e di Financial Times a seguito di indiscrezioni pubblicate sui relativi giornali che quindi ha portato alla luce una fuga di notizie interne insieme al licenziamento di numerosi dipendenti “sospetti”. Da quel momento sono partite le indagini che evidenziano la possibilità che dati sensibili di cittadini e aziende statunitensi (ed europee) siano conservati in Cina cosa che, di fatto, esporrebbe i Paesi a un rischio molto alto. Ecco perché da marzo 2023 c’è una forte spinta al divieto di utilizzo di Tik Tok da parte dei dipendenti pubblici. Infatti, sono tanti gli Stati e le istituzioni varie Americane ed Europee che hanno bandito l’app ai propri dipendenti o ne hanno fortemente sconsigliato l’utilizzo proprio per questioni di sicurezza nazionale. 

 

A distanza di 1 anno, quindi, in pochissimi giorni e, pare, in modo abbastanza poco palesato è stato approvato alla Camera per ora, come dicevamo, il disegno di legge che bandisce Tik Tok dagli Usa a meno che non venda. E Biden ha già dichiarato che, se anche il Senato lo approverà, senza dubbi alcuni firmerà il tutto.

 

Certo è che ByteDance non l’ha presa proprio bene dichiarando che ciò sia “stato condotto in segreto e il disegno di legge è stato portato avanti per un’unica ragione: bannare TikTok!”.

 

E Trump in tutto questo? Con un colpo di reni è passato dal dichiarare Tik Tok “un pericolo pubblico”, ad ammorbidire la presa. Ma perché? Semplice: le Presidenziali. Infatti, in una recente intervista alla CNBC ha detto di ritenere ancora Tik Tok una minaccia alla sicurezza nazionale: “Se lo vieti, Facebook e altri, ma soprattutto Facebook, ne avranno un grande vantaggio. E penso che quelli di Facebook siano stati molto disonesti. Penso che Facebook sia stato molto negativo per il nostro Paese, soprattutto quando si parla di elezioni”.

Insomma, la giravolta dell’ex Presidente americano potrebbe essere determinata sia dagli ingenti finanziamenti di Zuckerberg alla campagna elettorale di Biden nel 2020, sia al fatto che il miliardario americano Jeff Yass, che è anche un sostenitore (economico) della campagna di Trump per la rielezione, sia uno dei principali investitori di Tik Tok.

 

 

Mentre in Italia? Al tempo (marzo 2023), il Ministro della PA, Paolo Zangrillo, “ha deciso di non decidere”, o meglio, ha sospeso il giudizio sul tema dichiarando di voler approfondire il tutto per avere un quadro più chiaro. Così, quindi, non ha bandito ai dipendenti pubblici l’utilizzo dell’app.

 

Anche se l’Agcom, pochi mesi fa, ha sanzionato per ben dieci milioni di euro tre società del gruppo ByteDance, proprio perché TikTok pare sia responsabile della diffusione di contenuti suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente se minori e vulnerabili. 

 

Intanto non mancano i balzi in avanti di chi pensa al se ByteDance decidesse di vendere. Infatti, si è già palesato Bobby Kotick, ex CEO di Activision Blizzard, che pare abbia coinvolto anche Sam Atman e quindi Open Ai – insieme ad altri investitori – per comprare la società. 

Mentre tutto ciò accade, in Cina i malumori non scarseggiano, infatti Wang Wenbin, il portavoce del Ministro degli Esteri, dice: “Malgrado non abbia mai trovato prove che TikTok minacci la sicurezza nazionale americana, Washington non ha mai smesso di reprimere TikTok, con mosse da bulli. Questo tipo di comportamento prepotente che non può vincere in una concorrenza leale interrompe la normale attività commerciale delle aziende, danneggia la fiducia degli investitori internazionali nell’ambiente degli investimenti e danneggia il normale ordine economico e commerciale internazionale”.

Insomma, il mondo (digital e non) è in trepidante attesa proprio per capire come finirà la querelle: certo che, se il Congresso tutto approverà il disegno di legge – e se ByteDance non vincerà un eventuale ricorso – molte sono le cose che cambieranno. 

 

E Meta? guarderà in silenzio? Non penso.