Investire in Capitale Umano: Una Priorità per il Sistema Sanitario Italiano

 

di Luigi De Paola

 

Il nostro sistema sanitario, pilastro fondamentale del benessere nazionale, richiede un immediato rafforzamento, e non c’è dubbio che l’investimento nel capitale umano sia la via da seguire. Questo imperativo assume particolare urgenza nelle Regioni meridionali, dove le carenze sono più pronunciate, come nel nostro caso.

 

Un confronto tra le dotazioni di personale sanitario nelle diverse regioni evidenzia uno squilibrio significativo. Ad esempio, in Campania si contano solamente 1,84 medici e 3,59 infermieri per 1000 abitanti, rispetto rispettivamente ai 2,56 medici e 6,72 infermieri per 1000 abitanti del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. Questo si traduce in una carenza di personale del 35% rispetto alle regioni settentrionali.

 

In questa situazione critica, che non fa che evidenziare ulteriormente le disparità, l’autonomia differenziata può dirsi già in vigore nella nostra regione. La Campania si trova, infatti, ad affrontare una mancanza allarmante di risorse umane: si stima la necessità di 15.000 medici e 50.000 infermieri.

 

Uno dei principali ostacoli è rappresentato dal vincolo finanziario imposto dal Governo Berlusconi nel lontano 2009, che limita i finanziamenti per il personale al livello del 2004, con un taglio dell’1,4%. Questa normativa antiquata e superata va abolita, poiché ha contribuito a mantenere il sistema sanitario del Sud in uno stato di precarietà.

 

Nonostante siano trascorsi più di 14 anni dalla sua introduzione, nessun governo successivo ha osato eliminare questo tetto, un’inerzia che ha contribuito all’aggravarsi della situazione.

 

Per affrontare l’emergenza attuale, sono necessari interventi immediati. La regione dispone attualmente di fondi limitati per il personale, con una spesa annua di circa tre miliardi di euro. Sebbene nel 2019 sia stato ottenuto uno strappo, con un incremento di 50 milioni di euro grazie al decreto Calabria, rimane insufficiente a soddisfare le necessità.

 

Considerando i vigenti tetti di spesa, la Campania può assumere al massimo 2000 unità di personale, una cifra nettamente inferiore rispetto al fabbisogno reale.

 

Per affrontare questa sfida, è necessario agire con determinazione. Proposte concrete includono l’assunzione di almeno altre 2000 o 3000 unità con fondi supplementari, seguendo l’esempio del Piemonte. Inoltre, si potrebbero destinare ulteriori risorse dal fondo coesione e sviluppo e dal fondo perequazione.

 

Al fine di rendere più attrattivo il lavoro nei Pronto Soccorso, si potrebbero bandire avvisi pubblici e relativi concorsi finalizzati ai reparti di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e Urgenza, con vincoli che garantiscano un impegno minimo di 12 ore settimanali nel Pronto Soccorso per almeno due anni.

 

In questo modo, potremmo iniziare a colmare il divario nel personale sanitario e garantire un sistema sanitario efficiente e di qualità per tutti i cittadini.