Un Boccale di Sofia: quando la divulgazione si fa prassi di cittadinanza attiva
Un Boccale di Sofia: quando la divulgazione si fa prassi di cittadinanza attiva
di Luca Lo Sapio
Dal 2016 a Marigliano, una cittadina dell’area Napoli Sud, esiste un format che attira l’attenzione di giovani e meno giovani, appassionati di filosofia, scienza, letteratura e cinema.
Si tratta di un esperimento giunto ormai a una fase matura, ideato dal professor Francesco Prudente, Docente di Filosofia e Storia presso il Liceo Pascal di Pompei e Cultore della Materia in Filosofia Morale presso l’Università Federico II di Napoli e organizzato dall’Associazione Oltremarigliano, che da oltre trent’anni propone eventi culturali cercando di dare una scossa al ritmo talvolta lento della provincia.
Il format è molto semplice nel suo schema di fondo.
Si sceglie un tema e intorno a esso si organizzano delle serate in cui un esperto viene ingaggiato in un dialogo con il pubblico o vengono presentati cortometraggi e pellicole introdotte in genere da un cinefilo o da esperti di regia e montaggio.
Il tema cambia di anno in anno.
Nella prima edizione del format si è discusso di identità, nella seconda del rapporto tra individui e comunità, fino ad arrivare all’edizione di quest’anno costruita intorno al tema della vetrinizzazione e del mondo on-line.
L’iniziativa culmina poi con il Festival della Filosofia che da ormai sei anni viene organizzato tra fine maggio e inizio giugno nella splendida cornice del Castello Ducale.
A un primo sguardo un po’ distratto il format potrebbe apparire come molti altri organizzati in contesti simili. Tuttavia, ci sono delle peculiarità che vanno sottolineate.
Infatti, gli incontri del Boccale – in cui la divulgazione, filosofica e scientifica in modo particolare, è al centro della scena – sono tenuti da esperti del settore, evitando di cadere e, per certi versi, scadere in quelle forme di tuttologia di cui sono pieni i palinsesti culturali odierni.
Spesso, infatti, la divulgazione filosofica e scientifica è affidata a esperti improvvisati che discutono, sulla base di un’autoassegnata expertise, di ogni questione, dalla meccanica quantistica alla fissione nucleare, dall’intellettualismo etico di Socrate alla storia del Risorgimento.
Ciò che rende, invece, gli incontri del Boccale un’occasione unica è l’idea che la buona divulgazione possa essere fatta solo partendo dagli esperti delle proprie discipline che vengono chiamati a uscire dai loro contesti abituali per confrontarsi con un pubblico di non addetti ai lavori.
L’altro elemento in grado di fornire il condimento giusto alle serate del Boccale è il dopo-incontro in cui, di fronte a una buona birra e a un panino, gli stimoli ricevuti dagli ospiti o dalle pellicole proiettate e commentate fungono da apripista per ulteriori discussioni, per ulteriori domande, per ulteriori curiosità.
Spesso la provincia è dipinta come un luogo sonnecchiante che non può elevarsi dal suo destino di marginalità.
Il Format del Boccale di Sofia è stato in grado negli anni di proporre una contro-narrazione in cui l’idea di comunità si fa concreta prassi culturale per la costruzione di un futuro migliore in cui il senso critico e l’interrogazione sono linfa vitale per una nuova idea di cittadinanza attiva.