Quattro domande sulla questione urbana e le politiche pubbliche sul riassetto di città e territorio in Campania

Quattro domande sulla questione urbana e le politiche pubbliche sul riassetto di città e territorio in Campania

di Franco Mariniello

 

Nel mentre rallenta la crescita economica, nei settori produttivi strategici e nei consumi, e si approfondiscono le diseguaglianze e il dualismo territoriale tra Nord e Sud del Paese, si sta esaurendo l’effetto del superbonus e certamente tarderanno a farsi sentire gli effetti virtuosi del Piano Nazionale di Recupero e Resilienza, anche per le storiche carenze e lentezze delle strutture tecniche e amministrative nelle Regioni del Mezzogiorno. 

 

Ciononostante, la Regione Campania lancia una nuova Legge Urbanistica nella intenzione politica di esaltare la dimensione territoriale e urbana come motore della rigenerazione e dello sviluppo regionale

L’Amministrazione regionale ripartisce, infatti, le risorse finanziarie del P.R.I.U.S. (Programma di Rigenerazione Integrata Urbana Sostenibile) per complessivi 360 milioni di euro: ventitré città medie della Campania (Napoli a parte) con popolazione da 33.000 a 127.000 abitanti, alcune capoluoghi di Provincia e/o importanti poli urbani, città tutte considerate Poli di riferimento per territori più vasti.

Inoltre, gli esiti della recente consultazione elettorale europea e amministrativa nella Regione, se da un lato preoccupano per livelli di astensionismo e per una recrudescenza di sovranismi e localismi apertamente reazionari, non lascia affatto tramortite, in Italia, l’insieme delle forze democratiche e di progresso, di opposizione nazionale e di governo locale e regionale. 

Si rivela pertanto adesso una situazione di necessità e urgenza politica che impone di aprire un confronto non ideologico, ma franco e costruttivo di una nuova coesione civile sul senso stesso della pianificazione orientata al riequilibrio e al riassetto di un territorio regionale ricco di contraddizioni, ma per tanti aspetti anche straordinariamente colmo di potenzialità di sviluppo generale compatibile con i nuovi termini della questione ecologica e ambientale urbana. 

 

La storia recente dei tre decenni trascorsi è stata segnata dal conflitto che spingeva a una radicalizzazione delle posizioni: tra sostenitori di una pianificazione centralistica autoritativa e dirigistica, solo formalmente partecipata, da un lato, e fautori di un rischioso laissez faire generalizzante quanto di fatto esposto ai particolarismi e alla compromissione con pratiche sul filo della legalità. 

Questa storia recente, nel suo insieme, mostra il fallimento, per stalli e inerzie, della prima posizione e la pericolosa deriva speculativa della seconda nel rischio di una recrudescenza della rendita fondiaria e urbana che esaspera antiche diseguaglianze tra gli abitanti/fruitori dello spazio territoriale/urbano, mortificando il valore dei beni pubblici e dell’intero sistema ambientale.

 

Da questa radicalizzazione occorre uscire con intelligente responsabilità e sincera volontà politica e culturale: riaprendo il confronto onesto e maturo per la difesa dell’interesse generale al buon governo degli interessi legittimi di tutti gli attori. Nella visione condivisa necessaria di una fase di vero rinnovamento propulsivo.

Intendiamo dare un contributo di metodo al confronto che riteniamo opportuno sviluppare in questa fase nel tentativo di uscire dalla radicalizzazione in termini di un consapevole atteggiamento riformista e sanamente pragmatico.

Proponiamo pertanto 4 quesiti su altrettanti gruppi di temi di fondo, non certo esaustivi,  per rilanciare una visione realistica e propositiva della Pianificazione su scala regionale e metropolitana :

  1. Riteniamo prioritaria e ineludibile, non rinviabile, l’assunzione della questione ecologica e della conseguente conversione energetica/produttiva non reversibile, come scenario condizionante l’intreccio: tra questione urbana/metropolitana e riassetto del territorio regionale, tutela e valorizzazione (non solo economica)  dei beni ambientali e paesaggistici, un nuovo orizzonte di rigenerazione industriale nella regione, incentivando con premialità adeguate i comuni che prevedano aree e relativi programmi/progetti attuativi di sistemi di produzione innovativa di energia da fonti rinnovabili?  Quali proposte di Piano?
  2.  Riteniamo urgente assumere e riordinare la dimensione metropolitana per il capoluogo e oltre, come terreno necessario per avviare e sperimentare nuove politiche e attuazioni di conversioni energetiche nell’obiettivo di economie circolari e di contrasto alla degenerazione del clima, al consumo di suolo e per l’estensione di pratiche di rinaturazione vegetale (verde e alberature ovunque sia possibile) anche incentivando, sostenendo e premiando utili aggregazioni amministrative di comuni?
  3. Riteniamo possibile e urgente affrontare la annosa questione abitativa e il governo, (in regime pubblico e di mercato), della pressione dei flussi turistici sui costi e sulle qualità abitativi e dei servizi pubblici, riqualificando e potenziando l’offerta di abitazioni sociali  per rispondere ai fabbisogni pregressi e attuali in termini di rilancio di Edilizia Residenziale Pubblica e del Social Housing (anche mediante programmi e interventi controllati di recupero urbano)? Quali proposte?
  4. Riteniamo l’idea e la pratica della cosiddetta Urbanistica Temporanea un effettivo acceleratore della necessaria Rigenerazione Urbana puntando anche sugli effetti virtuosi del PNRR nella riduzione delle diseguaglianze sociali tra i cittadini nell’uso dello spazio urbano/territoriale nell’area metropolitana e regionale, potenziando vocazioni, esaltando differenze virtuose nei modi di abitare civile e di vita nei territori?