Meloni vs Schlein. Duello sul palcoscenico.

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Meloni vs Schlein. Duello sul palcoscenico.

 

di Roberta Baiano

  foto  www.partitodemocrartico.it

 

Ah, la politica italiana! 

Un meraviglioso teatro, un grande palcoscenico, dove i nostri politici recitano con fervore, forse senza copione. 

Negli ultimi tempi poi, sembra di assistere a una telenovela trash dalla trama intricata, dai potenti colpi di scena e da personaggi che si scambiano insulti come biglietti da visita (colpo di tosse!).

Il pubblico si chiede: realtà o finzione?

Eppure, si continua a recitare, sperando che la performance non venga cancellata prima del gran finale.

Due, per la prima volta, sono le donne sotto i riflettori.

 “Giorgia detta Giorgia”, fiamma indomabile dal nuovo taglio di capelli che grida alla rivoluzione e piena ricordi di un’antica Puglia che fu, promette di abbattere i nemici politici come birilli del bowling, di ridipingere il verde dei semafori di una tonalità più verde patriottico e di abbellire col tricolore le fontane di tutte le piazze d’Italia.

La Regina del Partito dal lontano 2014, nonché fondatrice nel 2012, con la sua personale corona di voti e il suo scettro di leggi, ha posizionato Ministri con maestria come nel gioco degli scacchi e così si prepara o, meglio, lo sta già facendo, a governare il Paese come se fosse il suo personale feudo.

Tranquillizzante nevvero?

Dall’altro lato, nel frattempo Elly Schlein, “sempreverde foglia di ulivo”, sorriso gentile e voce dall’effetto ninna nanna, che sotto l’apparente pacatezza nasconde, invece, la determinazione di un bulldozer.

Piccolo.

La Segretaria sotto pressione, funambola costretta a camminare su una corda sospesa sopra un burrone. Ad ogni suo passo è scrutata, analizzata e criticata anche dalla più minore minoranza borghese del suo Partito che, come avvoltoi, non aspettano altro che il momento di attaccare. E peggio ancora, evitano qualsiasi consiglio costruttivo per non perdere il proprio colpo in canna. 

E allora, mentre le luci si spengono e il pubblico sorseggia il suo prosecco o immerge la mano nei popcorn, e i giornalisti si accingono ad affilare le loro penne dalla punta ultimamente molto arrotondata, ci prepariamo tutti a un probabile e promesso scontro epico, fatto di parole e tweet.

Essì! 

Perché, se è vero che all’inizio si è trattato solo di lancio di attacchi soft e poco convinti, tipici del rodaggio, da parte di Schlein sulla base di temi abbastanza identitari quali il salario minimo, il reddito di cittadinanza, le donne e le politiche migratorie alle quali Giorgia non ha dato neanche più di tanto spago attivando, contemporaneamente a una mossa di moonwalk, come suo solito, la modalità “non disturbare”.

Pare, ultimamente, che le occasioni per la Segretaria di essere più incisiva si stiano moltiplicando, visto il rilancio dalla parte opposta della proposta di riforma presidenzialista, lo schieramento europeo che cambia fortemente e l’archiviazione del benservito (quello alla Segretaria, quasi dato per scontato) conquistato, non senza sforzi, grazie alla diminuzione del distacco in punti percentuali ottenuto dal PD alle elezioni europee.

Chissà se saprà farne buon uso! Forse fino a ora è stata ad aspettare solo il momento giusto.  

Insomma. Due punti.

Le prove di dualismo sono in corso, lo abbiamo percepito e visto.

Il tentativo di marciare sull’eterno confronto destra-sinistra, pure. 

Anche se i primi sembrano aver preso un po’ troppo alla lettera il consiglio di immedesimarsi nel personaggio per rendere meglio.

E mentre Schlein e Giorgia si sfidano sul palcoscenico ormai esteso a tutte le piattaforme social, le domande persistono.

Chi impersonerà il leader e chi l’antileader?

Chi brillerà sotto le luci della ribalta e chi resterà nel buio del dietro le quinte? 

 

Intervallo…