Michelle Obama non è la soluzione. Glass cliff e candidature improbabili.

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          FONTE FOTO:LA REPUBBLICA

Michelle Obama non è la soluzione. Glass cliff e candidature improbabili.

di Roberta Baiano

 

Adesso che George Clooney ha espresso la sua opinione e ha chiesto al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden di ritirarsi, possiamo affrontare brevemente l’argomento prima di passare a quello principe di questo articolo.

Ormai è noto a tutti che il primo dibattito televisivo tra i due candidati alla Casa Bianca non è andato bene per Biden, anche a causa di qualche errorino, neanche troppo piccolo, commesso dai suoi spin doctor.

Comunque, pare ci sia preoccupazione generale e una certa spinta perché avvenga una sostituzione, che resta alquanto improbabile a meno che non si ritiri di sua spontanea volontà. 

 

Intanto si specula, e si gioca al toto-sostituto: la Vicepresidente Kamala Harris, il Governatore della California Gavin Newson, il classe-millenovecentoquarantuno Bernie Sanders, la “make 2016 great again” Hillary Clinton e la preferita dai più Michelle Obama.

Ed è proprio lei di cui voglio parlare, poi capirete perché.

Secondo l’opinione prevalente, in special modo nell’ultimo periodo, parrebbe essere l’unica alternativa valida a Joe Biden nello scontro con Donald Trump, perché (dicono) in grado di superarlo in termini di consenso elettorale.

 

Tuttavia, però, è anche vero che i molti stanno perdendo la lucidità.

Michelle Obama non è una politica, è un’attivista. Lei stessa ha ribadito più volte che non è assolutamente interessata a candidarsi e scendere in campo, inoltre, ha escluso ogni volta la possibilità di una sua disponibilità.

 

I molti di cui sopra, soprattutto, dimostrano di essere anche poco informati. 

È vero che Barak Obama ha condotto un’ottima campagna elettorale, specialmente la prima. È vero che gli è stato regalato un premio Nobel per la pace. 

No, non ho sbagliato verbo.

È vero che la coppia Obama ha funzionato in televisione.

Ma è soprattutto vero che la presidenza di cui sopra non ha brillato, anzi, è stata debole e fragile.

 

Allora perché Michelle Obama?

La risposta si compone di due parole: glass cliff.

Letteralmente significa “scogliera di cristallo”. 

In pratica, vuole dire: c’è crisi? Piazziamoci una donna!

 

Il concetto del glass cliff ha meno di 20 anni, e il termine e il suo studio si devono a due ricercatori, tali Michelle Ryan e Alexander Haslam.

I due, dopo aver letto un articolo del Times il quale suggeriva che donne e minoranze in ruoli di leadership presentano performance inferiori alla media, hanno deciso di approfondire la questione.

Studiando, hanno notato una caratteristica comune ai casi presi in esame: i contesti studiati erano definibili quali di profonda crisi.

Ecco allora che il focus si sposta.

 

Perché ruoli chiave, visibili, importanti e politici a donne e minoranze vengono offerti solo in situazioni già in partenza fallimentari, quando le cose vanno male e i rischi sono alti?

Niente di più semplice. 

Serve qualcuno di sacrificabile. Nel gergo politico “da bruciare”.

 

Latente e più o meno inconsapevole, esiste una sorta di desiderio da parte di una certa cultura patriarcale, stereotipata e da self-made man di mantenere un certo status quo e, se possibile, vedere una donna fallire.

È chiaro che, se questo è l’intendere, difficilmente si troveranno uomini disponibili a farsi carico di questo tipo di responsabilità per evitarsi un alto grado di stress da una parte e dall’altro ribadire quella certa idea di mondo che vede il potere gestibile solo dalle mani degli uomini. 

(n.d.r. vedi il Partito Democratico in Italia).

 

Michelle Obama ha firmato contratti per libri, promuove iniziative sociali, culturali ed educative; inoltre, gestisce una casa di produzione cinematografica che piazza serie tv su Netflix e quindi viste in centonovanta paesi, soprattutto sa bene che la realtà non è Dynasty.

In sintesi, è troppo intelligente e furba per cadere nella trappola.

E a noi non resta che aspettare la fine dello scontro Biden-Trump.