Fast Fashion: costa più di quanto pensi!

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Fast Fashion: costa più di quanto pensi!


di Roberta Baiano

 

Nel vortice frenetico e vorace del consumismo globale, anche la moda è caduta vittima della logica dell’usa e getta. 

Così la fast fashion ha finito per affermarsi sì, come una delle industrie più redditizie, ma anche tra le più devastanti. 

Dietro l’attrattiva di capi a basso costo e l’illusione di un guardaroba sempre aggiornato, infatti, si nasconde un sistema che sfrutta persone, risorse naturali e intere comunità.

 

La fast fashion si basa su un modello semplice: produrre abiti in grandi quantità, ispirati alle ultime tendenze, e venderli a prezzi accessibili. 

Ma a che prezzo? Beh, è presto detto: grazie a condizioni di lavoro disumane, materiali di scarsa qualità e un’industria che ignora etica e sostenibilità.

 

Secondo il Clean Clothes Campaign, molti lavoratori dell’industria tessile nei Paesi asiatici guadagnano meno di due dollari al giorno. E l’Italia, purtroppo, non è immune a queste dinamiche. 

L’impatto ambientale, poi, è devastante. 

Un rapporto delle Nazioni Unite rivela che il settore è responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra e consuma ogni anno 93 miliardi di metri cubi d’acqua.

A questo si aggiunge il problema delle microplastiche poiché ogni lavaggio di capi sintetici rilascia milioni di microfibre negli oceani e, inoltre, molti tessuti sintetici sono difficili da riciclare e finiscono direttamente in discarica, contribuendo ulteriormente all’inquinamento.

Non è, però, solo l’ambiente a soffrire. 

Molti capi prodotti nell’ambito della fast fashion contengono sostanze chimiche pericolose, utilizzate per colorare e trattare i tessuti. Tra queste, coloranti azoici, formaldeide e ftalati, noti per causare irritazioni cutanee e, in alcuni casi, rischi cancerogeni e infertilità.

 

Chiaramente, non solo i consumatori sono esposti a questi rischi, ma anche i lavoratori delle fabbriche, che manipolano queste sostanze senza adeguate protezioni, spesso a costo della loro salute.

 

Dire no alla fast fashion non significa rinunciare alla moda, ma adottare un approccio più consapevole. 

Sostenere brand etici, scegliere capi di qualità e investire in indumenti che durino nel tempo sono scelte alla portata di tutti.

Ogni acquisto ha un impatto. 

Quel maglione da dieci euro non costa solo pochi spiccioli, il suo vero prezzo è molto, molto più alto per cui, è proprio ora di ripensare il nostro modo di consumare e scegliere un futuro più giusto e sostenibile.