Manfredi Presidente ANCI
Manfredi Presidente ANCI
di Berardo Impegno
L’elezione di Gaetano Manfredi a Presidente Nazionale dell’ANCI conferma ed estende il ruolo di Napoli e del Mezzogiorno per il futuro del Paese.
È stato eletto all’unanimità, da tutti i Sindaci d’Italia.
Si è trattato di un voto plebiscitario di tipo formale e notarile? No, per nulla.
Manfredi, con una consolidata pratica riformista, da ingegnere attento alla soluzione dei problemi, prima e oltre le ideologie contrapposte, già a Napoli ha saputo fare del dialogo e del confronto tra le Istituzioni, la cifra di un modo di amministrare la città.
Di questo, gliene hanno fatto riconoscimento praticamente tutti, a destra come a sinistra.
È solo il carattere di un uomo o è anche, anzi, soprattutto un comune sentire che a Napoli e nel Mezzogiorno si va affermando, superando le modalità rivendicazioniste di un meridionalismo subalterno?
C’è davvero una nuova narrazione sul Mezzogiorno e le sue potenzialità che vede nel Sud l’asse strategico dello sviluppo dell’intero paese.
Sud volano di sviluppo per l’Italia non è più uno slogan propagandistico, ma comincia a essere la convinzione politica e programmatica, di un esteso arco di forze, a destra come a sinistra.
Va dato merito all’attuale Direttore del quotidiano “Il Mattino” di aver inaugurato questa nuova modalità di rappresentazione di Napoli e del Mezzogiorno.
Certo, con qualche esagerazione propagandistica e di allineamento con l’attuale Governo. Comunque, meglio del vittimismo rivendicazionista sintomo della subalternità meridionale.
Il fatto è che davvero, oggettivamente il Sud ha, oggi un ruolo strategico inedito nell’attuale congiuntura geopolitica internazionale.
Dal secondo dopoguerra a oggi, l’asse dello sviluppo dell’Europa si è disteso da Ovest verso Est, dalla Germania verso la Federazione Russa.
L’Ostpolitik ha fatto della Germania la locomotiva politica ed economica dell’Europa.
Oggi, purtroppo questo modello se non del tutto scomparso, ma è fortemente in crisi a causa della guerra in Ucraina e della successiva chiusura dei rifornimenti di gas e petrolio verso la Germania e il resto dell’Europa.
Credo che questo dato di fatto sia abbastanza irreversibile.
Ciò spiega la crisi tedesca e perfino l’altrimenti incomprensibile telefonata di Scholz a Putin nel velleitario tentativo di poter, da solo, risolvere la guerra in Ucraina e rilanciare la centralità della Germania.
Una patetica velleità.
Oggi, per la prima volta in modo evidente, l’asse dello sviluppo dell’Europa vira verso Sud, in un rapporto diverso tra l’Europa, il Mediterraneo, l’Africa.
La Meloni l’ha ben intuito, lanciando il piano Mattei, una diversa collaborazione tra l’Italia e l’Africa, a partire da un prioritario rapporto nelle forniture di fonti energetiche.
La sinistra non può replicare solo sottolineando la labilità del progetto, che ovviamente, per ora è poco più di un’intenzione.
La sinistra deve, a mio parere, cogliere il vero della tesi governativa e spingere affinché essa sia piena di contenuti, e sia raccordata all’Unione Europea.
Qui ritorno all’elezione di Manfredi.
È a partire da questa nuova collazione di Napoli e del Mezzogiorno nel contesto Europeo che si gioca il futuro dei nostri territori, ma anche il futuro dell’Italia e dell’Europa.
E il Nord? Come legge il Nord questa situazione attuale?
Con grande sofferenza la questione Settentrionale rischia di essere sempre meno trainante.
La Lega è, infatti, fortemente in crisi: crisi strategica e di deriva valoriale.
Il progetto di Salvini di farla diventare un soggetto politico nazionale, ha snaturato quel movimento, e lo ha reso inefficace e marginale.
La Lega rischia di non essere rappresentativa neanche di quel Nord che l’ha resa forte e competitiva.
A ben pensarci, è proprio nella sinistra che si è avuta la maggiore resistenza a votare Manfredi.
Il Sindaco di Milano Sala e quello di Torino Russo si sono mossi, davvero spinti da ragionevole esigenza di rappresentare il Nord.
A Manfredi, quindi, proprio partendo dalla nuova essenzialità del Mezzogiorno sta il compito, affascinante di rappresentare un punto più alto di equilibrio valido per l’intero Paese.
Essendo stato votato all’unanimità, Manfredi ha tutte le carte in regola per giocarsi, da vincente, questa partita.