Il concetto di bene giuridico nel diritto penale italiano: spunti in tema di principio di offensività

Il concetto di bene giuridico nel diritto penale italiano: spunti in tema di principio di offensività

 

di Luca Orlando

 

La nozione di bene giuridico ha assunto un ruolo centrale nel diritto penale italiano, evolvendosi   parallelamente al mutamento della concezione dello Stato e della funzione del diritto. 

Con il superamento della visione liberale dello Stato, il reato non è più inteso come una mera violazione di un diritto soggettivo, bensì come un’offesa arrecata a un interesse giuridicamente protetto (Fiandaca, 2014). 

 

Si tratta di un approccio che ha portato a una riconsiderazione della funzione del diritto penale, che infatti non è più limitato alla sola tutela dei diritti individuali, ma si estende alla protezione di interessi collettivi, altresì inserendosi in un sistema di prevenzione e repressione delle condotte lesive.

 

Nonostante la Costituzione italiana non si caratterizzi per un riferimento esplicito al concetto di bene giuridico, la dottrina ha sviluppato una teoria dei beni giuridici costituzionali per fondare il diritto penale su basi più solide e coerenti (Lavacchini, 2019). 

 

In questa prospettiva, l’individuazione di un bene giuridico meritevole di tutela diviene il criterio   determinante per la tipizzazione delle fattispecie penali.   

 

Questo principio garantisce che la punibilità di una condotta sia sempre connessa alla tutela di un interesse che sia realmente degno di protezione.

 

La Corte Costituzionale ha sottolineato l’importanza di una tutela sistemica dei diritti fondamentali, evitando di stabilire gerarchie rigide tra di essi (Pulitanò, 2013). 

 

Ne consegue che la protezione di un bene giuridico non può essere arbitraria o sproporzionata, ma deve rispondere a un criterio di equilibrio tra le diverse esigenze dell’ordinamento giuridico.   

 

Tale orientamento ha inciso nella legislazione penale, in quanto ha prodotto una crescente attenzione alla proporzionalità delle pene e alla necessità di evitare un uso eccessivo del diritto   penale.   

Infatti, il principio di extrema ratio suggerisce che l’intervento punitivo debba avvenire solo in mancanza di altri strumenti di tutela efficaci e adeguati.

 

Il concetto di bene giuridico, com’è noto, è strettamente collegato al principio di offensività, secondo cui il fulcro della tutela penale non è quindi il bene in sé, bensì l’offesa arrecata a esso (Mantovani, 2017).  

 

Ciò vuol dire che la soglia della tutela penale deve essere individuata in modo rigoroso, valutando non solo i danni effettivi ma anche quelli potenziali. 

Da questo punto di vista, il principio di offensività guida la costruzione delle norme penali, evitando la criminalizzazione di condotte prive di reale disvalore sociale.

 

Le considerazioni fatte in questo articolo e nelle tre uscite che lo hanno preceduto in tema di principio di offensività dimostrano come le teorie accolte dalla dottrina prevalente influenzino in modo diretto l’elaborazione delle politiche criminali e l’interpretazione delle norme penali da parte   della giurisprudenza. Seguirà una quinta e ultima uscita sul principio in esame.

 

Riferimenti bibliografici:

  • G. FIANDACA, Sul bene giuridico. Un consuntivo critico, Torino, 2014.
  • M. LAVACCHINI, La legittimazione dell’intervento penale tra principio di offensività e principio del danno, in Discrimen, 2019.
  • F. MANTOVANI, Diritto penale. Parte generale, Milano, 2017.
  • D. PULITANÒ, Diritto Penale, Torino, 2013.