Sentenza n. 10365/2025 della Cassazione in tema di autovelox
Sentenza n. 10365/2025 della Cassazione in tema di autovelox
di Luca Orlando
La Corte Suprema ha recentemente emesso una decisione importante riguardante l’uso dei sistemi di controllo della velocità sulle strade italiane.
Nella sentenza n. 10365 del 2025, la Corte ha disposto il sequestro preventivo di vari dispositivi di rilevamento della velocità non conformi alle normative, sottolineando l’importanza di ottenere un’autorizzazione ufficiale (omologazione) ed escludendo, quindi, che fosse sufficiente una mera approvazione.
In tal senso, è fondamentale comprendere la differenza tra “approvazione” e “omologazione”.
La “approvazione” implica la verifica di requisiti tecnici definiti, senza però comportare un esame approfondito del funzionamento dello strumento o dispositivo.
L’omologazione, invece, richiede test rigorosi eseguiti dall’Ispettorato Generale per la Sicurezza Stradale del Ministero delle Infrastrutture per certificarne l’affidabilità e precisione.
In conformità all’articolo 142, comma 6, del Codice della Strada, solo i dispositivi autovelox omologati possono essere utilizzati come prova legittima per rilevare violazioni legate al superamento dei limiti di velocità.
Di conseguenza, le sanzioni emesse non sono valide se si utilizzano dispositivi non autorizzati.
La decisione della Corte Suprema riguardava un imprenditore accusato di aver venduto autovelox a diversi enti locali presentandoli come omologati, quando in realtà erano solo approvati.
Questa discrepanza ha portato ad accuse penalmente rilevanti.
In particolare, la Corte ha stabilito che l’imprenditore ha commesso una frode, fornendo dispositivi non conformi ai criteri concordati.
Inoltre, presentando gli autovelox come omologati, ha compiuto un illecito verso le amministrazioni pubbliche.
La difesa basata sull’utilizzo di termini ambigui è stata respinta dal Tribunale, che ha evidenziato come la presenza di dubbi dovrebbe indurre a un maggiore senso di cautela anziché a un tentativo di eludere le regole.
Pertanto, per chi riceve una multa per eccesso di velocità rilevata da un autovelox e desidera verificarne la validità, è consigliabile controllare il verbale per assicurarsi che il dispositivo utilizzato sia dichiarato come omologato.
In caso di dubbi, è possibile richiedere l’accesso ai documenti presso l’amministrazione comunale per ottenere la documentazione relativa alla certificazione dell’autovelox.
Se emergono delle irregolarità, sarà possibile presentare ricorso al giudice di pace entro 30 giorni dalla notifica della multa.
La decisione della Cassazione, a nostro avviso, rappresenta un passo avanti verso una maggiore chiarezza normativa sull’utilizzo dei dispositivi per il controllo stradale della velocità, un importante punto di partenza per garantire che le multe siano emesse nel rispetto delle leggi vigenti e salvaguardando i diritti dei conducenti.