Sentenza della Cassazione su Cretella: libertà di critica politica tutelata
Sentenza della Cassazione su Cretella: libertà di critica politica tutelata
di Luca Orlando
La Corte di Cassazione ha recentemente emesso una decisione di rilievo sul tema della libertà di espressione nel contesto politico.
La Suprema Corte ha annullato la condanna per diffamazione nei confronti di Andrea Cretella, ex assessore e attivista civico di Amalfi, che in un post su Facebook aveva definito il sindaco e la giunta comunale “assassini e maledetti”.
La Cassazione ha stabilito che tali espressioni, sebbene forti, rientrano nel diritto di critica politica e non costituiscono reato.
Andrea Cretella, noto per il suo impegno in campo sociale e ambientale, aveva manifestato forte preoccupazione per l’inquinamento atmosferico nella zona di piazza Flavio Gioia ad Amalfi.
Aveva in particolare denunciato la presenza di gas di scarico emessi dagli autobus turistici, accusando l’amministrazione comunale di non aver adottato misure sufficienti a protezione della salute pubblica.
In un post pubblicato sui social, aveva utilizzato toni duri per esprimere il suo dissenso nei confronti del sindaco e della giunta, definendoli “insensibili e dannati”.
Inizialmente, il Tribunale di Salerno aveva condannato Cretella al pagamento di una multa di seicento euro per diffamazione.
Tale sentenza era stata confermata anche in appello.
Tuttavia, la difesa dell’ex assessore aveva sostenuto che le sue parole rappresentavano un’espressione legittima di critica politica, rivolta non a singoli individui ma all’operato dell’amministrazione comunale nel suo insieme.
Con la sentenza n. 11571 del 2025, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di Cretella, annullando la condanna senza rinvio.
Secondo la Suprema Corte, le parole usate dall’attivista, seppur forti, devono essere interpretate nel contesto di un dibattito pubblico su una questione di rilevanza collettiva: la tutela della salute.
La Corte ha sottolineato che la libertà di espressione, in particolare quando riferita a temi di interesse generale, gode di una protezione rafforzata.
Per questo motivo, ha ritenuto che le frasi incriminate non superassero i limiti del diritto di critica politica.
La sentenza ha suscitato reazioni contrastanti.
Da una parte, molti l’hanno accolta come un’affermazione forte della libertà di parola, considerandola una tutela necessaria per il diritto dei cittadini di criticare le istituzioni, specie in un momento storico in cui la partecipazione civica assume sempre più importanza. Dall’altra, c’è chi teme che questa interpretazione possa legittimare un linguaggio offensivo o denigratorio, abbassando il livello del dibattito pubblico e alimentando toni polemici e aggressivi.
La decisione della Corte di Cassazione nel caso Cretella si configura come un importante precedente giurisprudenziale a difesa della libertà di espressione nel nostro Paese.
Essa evidenzia quanto sia fondamentale garantire ai cittadini e ai rappresentanti civici la possibilità di esprimere le proprie opinioni, anche con toni forti, soprattutto quando si tratta di tematiche di pubblico interesse come la salute o l’ambiente.
Al contempo, emerge la necessità di mantenere un linguaggio che, pur fermo e deciso, non travalichi i confini del rispetto e della dignità delle persone.
Questo equilibrio tra diritto di critica e rispetto della reputazione rappresenta uno dei cardini di una democrazia matura e responsabile.