Cassazione sul rapporto tra diritti del lavoratore e doveri nei confronti del datore di lavoro

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Cassazione sul rapporto tra diritti del lavoratore e doveri nei confronti del datore di lavoro

di Luca Orlando

 

La Corte di Cassazione ha recentemente riaffermato un principio fondamentale nel rapporto tra diritti del lavoratore e doveri nei confronti del datore di lavoro. 

Il licenziamento per abuso dei permessi previsti dalla Legge 104/1992 può essere considerato pienamente legittimo quando emerge una condotta non conforme allo spirito della norma.

 

La Legge 104/1992 riconosce al lavoratore dipendente il diritto a fruire di tre giorni retribuiti al mese (frazionabili anche in ore) per assistere un parente in condizioni di disabilità grave. Questo beneficio è volto a tutelare la dignità e i bisogni delle persone non autosufficienti, facilitando nel contempo la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari.

 

Tuttavia, il godimento di questo diritto è subordinato a un vincolo imprescindibile: i permessi devono essere impiegati per effettive attività di supporto al familiare con disabilità

Qualsiasi deviazione da questo principio può comportare serie conseguenze disciplinari, fino alla cessazione del rapporto di lavoro.

 

Con l’ordinanza n. 5906 del 5 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un dipendente accusato di aver sfruttato i permessi previsti dalla Legge 104/1992 per finalità estranee all’assistenza di un familiare con disabilità. 

Secondo quanto accertato in sede d’appello, l’interessato avrebbe dedicato alla persona assistita — una zia in condizione di disabilità — solamente una minima parte della giornata, circa mezz’ora, utilizzando il restante tempo per svolgere attività ricreative, tra cui uscite in barca a vela.

 

Il lavoratore aveva impugnato il provvedimento disciplinare, sostenendo che alcuni elementi probatori, tra cui l’orario di inizio della prestazione lavorativa, non fossero stati valutati adeguatamente. 

Tuttavia, la Suprema Corte ha confermato le conclusioni della Corte d’Appello di Catania, ritenendo che la valutazione dei fatti fosse di esclusiva competenza del giudice di merito.

 

Un aspetto significativo della sentenza è l’affermazione della proporzionalità del licenziamento rispetto alla gravità della condotta. 

La Cassazione ha evidenziato che, sebbene il contratto collettivo applicabile al caso contemplasse sanzioni meno gravi per altri comportamenti illeciti, l’utilizzo distorto dei permessi 104 rappresenta una violazione talmente rilevante da giustificare l’interruzione del rapporto di lavoro.

 

Questa sentenza sottolinea come sia fondamentale per i dipendenti essere consapevoli delle responsabilità connesse all’utilizzo di tali permessi. 

La trasparenza e la correttezza nell’uso dei permessi sono essenziali per mantenere un rapporto di lavoro sano e conforme alle normative vigenti.