Italia al bivio: Fratelli d’Italia in testa, il Pd recupera, ma l’astensione supera il 48%

Il nuovo sondaggio Only Numbers scatta una fotografia nitida dell’Italia post-referendum: crescono Fratelli d’Italia e Partito Democratico, ma l’astensione tocca il 48,5%.

A pochi giorni dalla bocciatura dei referendum su cittadinanza e lavoro, un nuovo sondaggio firmato Only Numbers per Porta a Porta mostra come il panorama politico italiano sia in fermento. Se le urne hanno parlato con il silenzio assordante dell’astensione, i sondaggi rivelano una mappa elettorale in movimento: da un lato la conferma del primato di Fratelli d’Italia, dall’altro la risalita del Partito Democratico e l’evidente difficoltà del centro. Ma il dato più allarmante è un altro: quasi la metà degli italiani oggi si dice indecisa o intenzionata ad astenersi.

Con il 30,7% delle intenzioni di voto, Fratelli d’Italia si conferma primo partito e guadagna lo 0,6% rispetto alla precedente rilevazione del 26 maggio. Il partito di Giorgia Meloni resta solido al centro della scena politica, beneficiando sia della fedeltà del proprio elettorato che del disincanto di una parte dei votanti moderati o incerti. Le tensioni sociali e la crisi di partecipazione democratica, come dimostrato dal flop referendario, non sembrano aver intaccato la forza di FdI, che continua a guidare anche la coalizione di centrodestra.

Se Fratelli d’Italia si consolida, il vero protagonista di questa rilevazione è il Partito Democratico. Con un incremento dell’1,1%, il Pd sale al 23,2% e accorcia le distanze dal vertice. Nonostante le incertezze organizzative che hanno segnato il sostegno ai referendum, Elly Schlein incassa un risultato significativo. Il partito dimostra una rinnovata capacità di mobilitazione e appare in grado di attrarre l’elettorato progressista deluso. Resta però il dilemma strategico interno: come bilanciare l’anima riformista e quella movimentista? Il Movimento 5 Stelle si ferma al 12,1%, senza guadagni né perdite. Dopo il picco dell’era Conte, il partito sembra attraversare una fase di stallo, privo di una direzione chiara. Situazione simile per Forza Italia, che resta stabile al 9%. Il partito di Tajani mantiene una posizione moderata ma senza guizzi.

In calo, seppur lieve, la Lega di Salvini, che scivola all’8,8%, confermando un lento declino nel gradimento degli elettori. Anche Alleanza Verdi-Sinistra perde terreno (-0,1%), fermandosi al 6% nonostante la forte esposizione sui temi sociali e ambientali in campagna referendaria. Azione (3%), Italia Viva (2,7%) e +Europa (2,3%) restano su numeri marginali. Neppure la visibilità conquistata da +Europa con il referendum sulla cittadinanza riesce a frenare il calo. La frammentazione dell’area centrista e la mancanza di un’identità politica forte sembrano impedire a questi partiti di imporsi come alternativa concreta.

Dal punto di vista delle coalizioni, il centrodestra mantiene il vantaggio, raggiungendo il 49,4% (+0,4%). Tuttavia, anche il cosiddetto “campo largo” – composto da Pd, M5S, Verdi-Sinistra e +Europa – cresce, arrivando al 46,3%. Se si considera anche Azione, si sfiora il 49,3%, una distanza ormai minima. Tuttavia, queste ipotesi restano sulla carta: mancano alleanze ufficiali e un progetto comune condiviso. Il dato più preoccupante del sondaggio riguarda però gli astenuti e gli indecisi: sono il 48,5%, in aumento dell’1,1%. Una cifra che simboleggia la crescente sfiducia dei cittadini nella politica e nei suoi strumenti di partecipazione, a partire dai referendum. La mancata validazione dei quesiti ha probabilmente aggravato una disillusione già diffusa, rendendo sempre più fragile il legame tra cittadini e istituzioni.