Napoli sotto pressione: i rischi della città che ospita il comando militare USA nel Mediterraneo
Una delle città più antiche e densamente popolate del Mediterraneo si trova oggi in una posizione delicata. Mentre l’attenzione globale è rivolta all’escalation in Medio Oriente, Napoli si ritrova, spesso senza piena consapevolezza dei suoi stessi cittadini, tra i luoghi strategicamente più sensibili d’Europa.La sua importanza non è solo storica o culturale, ma soprattutto militare: è il centro operativo navale degli Stati Uniti in Europa e Africa.
A Napoli ha sede il quartier generale della Sesta Flotta USA, responsabile delle operazioni navali americane in tutto il bacino del Mediterraneo. Si tratta di una delle principali strutture di comando al di fuori degli Stati Uniti. Da qui si coordinano missioni in Africa, Medio Oriente, Mar Nero e Balcani. A Lago Patria, nella periferia nord-occidentale della città, sorge inoltre il NATO Joint Force Command Naples, un comando strategico dell’Alleanza Atlantica da cui partono piani operativi per missioni in Kosovo, Libia, Iraq e Sahel.
Queste strutture fanno di Napoli un bersaglio militare di alto valore in caso di conflitto con potenze ostili agli Stati Uniti o alla NATO, come l’Iran, la Russia o eventuali gruppi terroristici intenzionati a colpire infrastrutture simboliche e strategiche dell’Occidente. Il pericolo per Napoli non è teorico. In un contesto di conflitto internazionale, una base di comando come quella della Sesta Flotta rappresenta un obiettivo primario per chiunque voglia paralizzare la risposta militare occidentale. Le minacce possono essere di vario tipo:
Attacchi informatici: gli impianti militari possono essere oggetto di cyber-attacchi per bloccare sistemi di comunicazione e comando.
Attacchi terroristici: la presenza americana può rendere Napoli vulnerabile a cellule estremiste che intendono colpire i “simboli” dell’alleanza occidentale.
Attacchi con droni o missili: in scenari estremi, la città potrebbe finire nel mirino di attacchi a distanza contro le infrastrutture militari, con il rischio di danni collaterali gravissimi per la popolazione civile, data la vicinanza delle basi ai centri abitati.
Ritorsioni geopolitiche: in caso di interventi USA/NATO in aree sensibili, Napoli potrebbe essere considerata uno dei “nodi” logistici da neutralizzare.
Nonostante questa rilevanza strategica, l’opinione pubblica locale raramente dibatte del ruolo militare di Napoli. La vicinanza fisica delle installazioni USA alla popolazione – senza apparenti segni esterni di militarizzazione – contribuisce a rendere “invisibile” la presenza americana. Ma dietro recinzioni e badge d’accesso, ogni giorno si svolgono operazioni di pianificazione e monitoraggio di conflitti a migliaia di chilometri di distanza, con potenziali ripercussioni dirette sulla sicurezza locale.
Il governo italiano, attraverso le dichiarazioni dei ministri Tajani e Crosetto, ha confermato che le attività delle basi USA sono soggette a coordinamento con le autorità italiane. Tuttavia, nel contesto di un conflitto internazionale, i tempi di reazione possono essere ristretti, e la distinzione tra “base militare” e “territorio civile” può diventare sfumata. Servono dunque maggiore trasparenza e informazione nei confronti dei cittadini. Napoli non può permettersi di ignorare i rischi legati alla sua centralità strategica. Non per generare allarme, ma per costruire consapevolezza: essere parte dell’alleanza atlantica comporta onori, ma anche oneri.