Interrogatorio preventivo e legittimità del sistema penale.
di Luca Orlando
Immagina di essere sotto inchiesta, con la paura di vederti imporre una misura restrittiva della libertà.
In questa situazione, l’interrogatorio preventivo (quel passaggio in cui puoi parlare per la prima volta con il giudice prima che la misura sia irrogata) è molto più che una formalità: è un rito fondamentale nell’esercizio del proprio diritto di difesa.
Ma cosa succede quando questo passaggio viene saltato?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17916 del 13 maggio 2025, ha posto l’accento proprio su questo punto, affermando con chiarezza che il mancato svolgimento dell’interrogatorio preventivo non è una semplice irregolarità, ma un vizio che annulla l’intera ordinanza cautelare fin dalle sue basi.
La norma, l’articolo 291 comma 1 quater c.p.p., è chiara: il giudice deve ascoltare l’indagato prima di disporre una misura cautelare, salvo che ci siano reali esigenze di fuga o di inquinamento probatorio.
È un momento di confronto, fondamentale per verificare se la restrizione è davvero necessaria. L’obbligo non riguarda solo la forma, ma la sostanza: è un elemento strutturale, e la Corte non lascia spazio a fraintendimenti.
Quando manca questo passo, la Cassazione considera la misura cautelare “non inefficace”, ma semplicemente inesistente sul piano giuridico.
Non si tratta di un’eventualità marginale: senza l’interrogatorio, la misura manca di “un presupposto del titolo” stesso.
In parole povere: chi decide una custodia cautelare senza ascoltare la persona coinvolta non sta semplicemente commettendo un errore procedurale, ma costruendo un atto giuridicamente nullo.
Chi risulta danneggiato da questa omissione può far valere la nullità attraverso la richiesta di riesame, non aspettando il successivo interrogatorio di garanzia.
Questo perché l’interrogatorio preventivo non è uno di quei momenti che si possono “recuperare” in seguito: è essenziale, e non surrogabile.
Un altro punto chiave: l’interrogatorio serve proprio per mettere l’indagato sullo stesso piano del giudice.
Se il confronto rimane a senso unico, con il giudice che decide senza ascoltare, il processo perde equilibrio e diventa una mera formalità, non un dialogo vero.
Saltarlo significa togliere all’indagato la possibilità di incidere sull’elemento cautelare prima che questo sia concretizzato.
La sentenza segna una risposta netta a possibili tentazioni “tecnicistiche” da parte degli inquirenti. La Cassazione definisce il mancato interrogatorio preventivo una nullità di “regime intermedio”, la cui deducibilità è immediata e non soggetta a termini rigidi.
In sostanza, questa decisione riafferma un principio: la giustizia non si costruisce con atti a senso unico.
L’interrogatorio preventivo è il punto di inizio del contraddittorio in casi di misure cautelari.
E se manca, il sistema perde valore e legittimità.

