La legittima difesa. Alle origini del diritto di difendersi: dal Codice di Draconte in avanti

La legittima difesa. Alle origini del diritto di difendersi: dal Codice di Draconte in avanti

di Luca Orlando

 

Il diritto di difendersi non è una scoperta recente, né qualcosa che appartiene solo al mondo occidentale o alle leggi moderne. In realtà, è qualcosa che accompagna l’uomo da sempre, un istinto profondo legato alla sopravvivenza, che ha trovato spazio anche nelle leggi più antiche della storia.

 

Prendiamo ad esempio il Codice di Draconte, scritto ad Atene nel VII secolo a.C. 

Questo codice è famoso per essere estremamente severo, al punto che anche piccoli reati potevano costare la vita a chi li commetteva. 

 

Eppure, proprio in questo testo c’è un riconoscimento importante: se qualcuno avesse ucciso un aggressore che si era introdotto di notte in casa sua, non sarebbe stato considerato un assassino. 

 

L’idea era che la paura e il pericolo immediato attenuassero la colpa. 

È uno dei primi segni che la difesa personale, anche violenta, poteva essere giustificata.

 

Qualche secolo più tardi, i romani portarono avanti questo ragionamento in modo più preciso. 

Cicerone, in un celebre discorso difensivo, affermò che “le leggi tacciono in tempo di guerra” — non voleva dire che tutto fosse permesso, ma che di fronte a un pericolo reale e imminente, è legittimo reagire anche con la forza, per salvare la propria vita.

 

Nel diritto romano, esisteva un principio chiaro: “vim vi repellere licet”, cioè si può respingere la violenza con la violenza. 

Ma subito dopo emergeva anche un limite fondamentale: la reazione doveva essere proporzionata, necessaria e non una vendetta. 

Non si trattava di fare giustizia da soli, ma di difendersi davvero.

 

Con il passare dei secoli, questa idea si è evoluta: nel Medioevo, il diritto canonico vedeva la legittima difesa come l’ultima risorsa possibile; in seguito, con le teorie giusnaturalistiche, essa è diventata un diritto naturale dell’uomo. 

Tuttavia, il nodo centrale è sempre rimasto lo stesso: dove si traccia la linea tra difendersi e aggredire? 

Quando la difesa diventa eccessiva o ingiustificata?

 

Questa domanda è ancora oggi attuale, mentre in Italia si parla di riforme e in Europa si confrontano ordinamenti diversi. 

In un’epoca in cui la paura è amplificata dai media e dai social, è fondamentale ricordare che il diritto di difendersi non è una moda recente, ma una tradizione millenaria.

 

Proprio dalla storia possiamo imparare a capire e a riflettere meglio su cosa significhi davvero difendersi. 

Perché dietro ogni gesto di difesa ci sono secoli di esperienze, regole e dubbi che hanno come risultato una questione fondamentale: “Era davvero necessario?.