Il caso Dolce
A chiunque in questi giorni sarà capitato, navigando sui social media o consultando il portale on-line di qualsivoglia quotidiano, di imbattersi nella polemica della settimana (termine tecnico per indicare quello che, a mio avviso, non è altro che un gran pollaio).
Sto ovviamente parlando del putiferio che si è scatenato a seguito dell'intervista rilasciata da Dolce e Gabbana a "Panorama", all'interno della quale uno dei due stilisti, Dolce, avrebbe espresso la propria diffidenza nei confronti di quelli che egli stesso definisce "figli della chimica" o "bimbi sintetici" e quindi di tutti quei metodi "artificiali" che oggi permetto a migliaia di coppie, etero e non, di coronare il sogno di diventare genitori. Apriti cielo. Le reazioni indignate non si son fatte attendere ed il tutto ha acquisito una risonanza internazionale quando Elton John, tramite twitter, dopo essersi unito al coro di voci sdegnate ha pensato bene di lanciare l'hashtag #boycottDolce&Gabbana, il cui obiettivo è, come si può facilmente dedurre, quello di boicottare il brand fondato dai due stilisti. Ora, piuttosto che dilungarmi nel racconto di come poi i fatti si siano evoluti e come tutt'oggi stiano evolvendosi (le varie dichiarazioni di Dolce e Gabbana a seguito del caso, l'intervento di Madonna in merito alla questione, lo scatto rubato ad Elton John mentre passeggiava con in mano una busta proveniente da uno degli store degli stilisti e così via discorrendo) vorrei provare a dare la mia personale lettura dell'accaduto.
Partendo dal presupposto che le mie idee sono totalmente all'opposto rispetto a quelle espresse da Dolce nell'intervista, che è comprensibilmente avvilente constatare come anche chi sa bene cosa voglia dire essere discriminati e privi di diritti fondamentali assuma in merito a tali questioni posizioni così retrograde, che non vi sono solide basi scientifiche a supporto della tesi secondo cui un bambino per crescere in maniera equilibrata debba avere necessariamente un padre ed una madre e che ,anzi, la maggior parte degli studi affermi come il sesso e l'orientamento dei genitori sia ininfluente nello sviluppo dei figli; credo si sia andati davvero oltre. E' più che legittimo esprimere il proprio dissenso e la propria lontananza rispetto a certe posizioni, specialmente quando ad assumerle è un personaggio pubblico, ma si rischia di passare dalla parte del torto quando si scade in una mera caccia alle streghe armati di torcia e forcone; aggredire così qualcuno solo perchè reo di aver espresso un'idea non conforme alla nostra è una barbarie e non ha nulla di diverso da una bega di condominio (a parte il fatto che avviene tra “Vip”, il che forse è anche peggio). A volte, inoltre, sembra quasi che alcuni si affrettino a condividere col mondo la propria opinione, o il proprio sdegno in questo caso, non solo e non tanto perchè hanno davvero a cuore la questione, quanto piuttosto per far parlare di se anche solo per qualche ora. Sono fermamente convinto che di temi delicati e controversi come questi si debba parlare sempre più diffusamente, che il confronto fra punti di vista differenti sia una grande ricchezza nonché l'unica strada percorribile per giungere passo dopo passo ad un'evoluzione e che proprio in virtù di questo il rispetto non vada mai dimenticato, nemmeno per un secondo.