L'angolo del libro: Thule Il segno del comando di Carlo Brunetti
Cosa hanno in comune il carcere di Regina Coeli, il Vaticano e il Terzo Reich?
La risposta ce la offre Carlo Brunetti, classe 1970, napoletano nato a Milano. Avvocato, Dirigente penitenziario e docente di diritto penitenziario presso le più prestigiose Università italiane. Curatore della Rivista web "Diritto & Civiltà", Thule è il suo primo romanzo dopo l'esordio come scrittore con varie opere scientifiche e articoli monografici.
Uno dei principali elementi di “Thule, Il segno del comando” risiede nel fatto che il suo autore – Carlo Brunetti - conosce molto bene le carceri, avendole amministrate per anni. Egli, però, sfugge al conforto del noto, che pure gli avrebbe offerto cospicui spunti narrativi, perché la storia vira prontamente sul thriller ucronico, con profusione di suggestioni esoteriche e di complotti occulti.
Esso si inserisce in un nutrito novero, recente, di thriller con trame affini ma l'elemento di originalità del romanzo risiede nel fatto che sia ambientato in carcere.
Il protagonista del romanzo è, infatti, proprio il nuovo direttore dell'Istituto, giovane e brillante che si trova improvvisamente alle prese con un pestaggio e un suicidio-omicidio. Dopo le prime, ovvie, ipotesi di un regolamento di conti tra detenuti, iniziano a prospettarsi scenari ben più complessi che vanno indietro nel tempo fino alla ricerca di Agharti, alle SS, alla Thule, dimostrando l'efficacia semantica del nazismo - e dei temi a esso connessi - come reificazione del male.
E’ interessante, inoltre, notare anche come, In una civiltà sempre più immateriale, il libro conservi un fascino potente, quasi mistico. Un libro, quel libro, è la chiave di volta.
Nel Regina Coeli del 1970 l'ovvia dicotomia guardie-detenuti viene spezzata dalla traslazione dei personaggi dal "sistema carcere" al "sistema setta", entrambi regolati da una gerarchia, ma secondo regole e relazioni differenti: l'impressione, pertanto, è quella di un amalgama nel quale vengono sovvertiti i rapporti di forza usuali.
Il carcere, scriveva il teologo svizzero von Balthasar, è il luogo nel quale l'uomo - già limite tangibile - diventa pienamente uomo, desiderando l'irraggiungibile proprio a causa di ulteriori - e tristemente concreti - vincoli. Le carceri sono un contesto sufficientemente complesso e potente, pertanto, da non necessitare di ucronie per compattare in un hic et nunc il tempo, lo spazio e le miserie umane. Ciò nondimeno, se è vero che, parafrasando Raf Vallone in Riso Amaro, "il carcere l'ha inventato chi non c'è mai stato", Carlo Brunetti, che all'amministrazione delle carceri ha dedicato la sua carriera, può certamente farne materia di inventio letteraria suggestiva e significativa.
Thule Il segno del comando
Carlo Brunetti
Rogiosi edizioni, 216 pagine, 13,50 euro
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