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L'angolo del libro: Anime di vetro di Maurizio De Giovanni

Scritto da Serena Venditto Il . Inserito in Letteratura

anime

Seduto davanti alla notte di settembre, Ricciardi contemplava la sua nuova solitudine.
Lo si intuisce già dalle prime parole, quelle che seguono il consolidato corsivo de giovannesco che apre il romanzo, che Anime di vetro è un Ricciardi atipico.

Non perché non siamo abituati alla solitudine e al dolore del bel commissario dagli occhi verdi e senza cappello della Napoli degli anni Trenta. Non perché non sappiamo che il poliziotto che vede i morti e fa tanta fatica a parlare con i vivi non sia un personaggio che con la solitudine ha lo stesso rapporto consolidato che ha con la morte. Ma perché per una volta si parte da lui: non dal suo rapporto con Enrica, non da Livia, non dall’indagine, ma da Ricciardi. Più ancora che i precedenti sette volumi della fortunatissima serie, questo è il romanzo di Ricciardi, dei suoi conflitti, del suo rapporto con le donne. La dolce Enrica, la moderna e sfacciata Livia e… sì, c’è una nuova presenza femminile che irromperà nella vita del commissario: la bellissima Bianca, una misteriosa e aristocratica donna che si rivolge al commissario perché faccia di tutto per scagionare suo marito, accusato di un terribile omicidio.
Un giallo che Ricciardi dovrà risolvere senza ricorrere al Fatto, ma soprattutto un romanzo sulle anime: fatte di vetro, facili a rompersi in mille pezzi, riflettono il calore ma non lo trasmettono, lasciano trasparire la fiamma che affascina e talvolta danna, e occorre allora il sacrificio della rinuncia, che può apparire incomprensibile e ferire, molto, molto in profondità.

 

Anime di vetro. Falene per il commissario Ricciardi
Maurizio de Giovanni
Einaudi Stile libero big, 394 pagine, 16.15 euro

Disponibile su:
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