Il Velo di De Magistris
A circa un anno dalla vittoria elettorale del Sindaco di Napoli De Magistris, un bilancio, se pur sommario, bisogna provare a farlo. Soprattutto per chi ha sostenuto, come il sottoscritto, che occorreva dare fiducia alla nuova amministrazione non rinunciando, però, a proporre autonomamente soluzioni per il buon governo della città.
In particolare credo sia un dovere del Partito Democratico, che lo ha sostenuto con convinzione e senza tornaconti, votandolo senza apparentamento al secondo turno, esprimere un giudizio compiuto sull’attività dell’amministrazione e render conto, in specifico, ai suoi elettori dei risultati raggiunti.
Si ha l’impressione, a tutt’oggi, che le prudenze e i timori dei democratici trovino un fondamento nel nebuloso rapporto che il sindaco ha sin dal primo momento, instaurato con i vertici nazionali in merito alle sfide future che attendono il centro sinistra in Italia. Di fatti basta ricordare di quando alla dichiarazione di Letta: “De Magistris è il nostro asso nella manica”, il primo cittadino in maniera a dir poco sprezzante abbia risposto affermando: “Aggreghiamo le Forze di Sinistra, SEL, IDV e Movimento Arancione”. Insomma, una gran confusione!
Proviamo a fare un bilancio del suo operato al netto degli annunci rivoluzionari fatti in campagna elettorale: Cosa ne è stato “dell’abolizione del capitalismo” e del “modello economico argentino” in grado, attraverso la“partecipazione dal basso”, di farci uscire dalla crisi economico finanziaria? Cosa è seguito alle critiche fatte al governo Monti che “ci vuole privatizzare le coscienze”?. Ed entrando più nel pratico: Quali sono i risultati e soprattutto dove sono gli atti amministrativi riguardanti i miglioramenti che riguardano, ad esempio, la refezione scolastica, la mobilità sostenibile, i fantasmi del nuovo stadio e delle case chiuse?
In particolare per quanto riguarda quest’ultimo aspetto (il fantomatico quartiere a luci rosse) abbiamo trascorso un’intera estate a leggere articoli di giornale fondati praticamente sul nulla: laici e cattolici a confronto, psicologi, operatori di strada, conservatori contro progressisti, destra contro sinistra. Ma la domanda sorge spontanea: c’è un atto deliberativo col quale concretamente confrontarsi? Certo che no, tuttavia, come si dice, tutto fa brodo!
Non so se in tutto ciò si nasconde un talento innato o una ragionata strategia mediatica. Fatto sta che l’annunciata-praticata rivoluzione e l’eterno battesimo del movimento arancione su scala nazionale, fungono sia da velo alla inadeguatezza amministrativa, sia da tettoia a scelte discutibili come quella sulla vendita degli immobili e quella sul condono edilizio.
A squarciare il velo è stato proprio il sindaco di Napoli pochi giorni fa dichiarando: “Se non fossi sindaco potrei candidarmi alla carica di Presidente del Consiglio dei Ministri”. Caspita!
Debbo riconoscere che, però, una cosa ce l’ha questo sindaco che mi affascina e sconcerta allo stesso tempo: la comunicazione! Semplice, diretta e immediata. E poco importa se il giorno dopo sarà costretto ad aggiustare il tiro.
Ricordate lo scontro tra il sindaco ed il Cardinale Sepe sul quartiere a luci rosse? Il primo cittadino replicò alle critiche(d’ufficio e sobrie) del prelato, accusandolo di essersi “occupato di ben altre case” sottintendendo alcune compravendite di immobili pontifici sottoposte poi ad indagini. Ebbene il giorno dopo (dico il giorno dopo) fu comunque siglata una pace tra i due, preparata con cura dal giornale “il Mattino”.
Quindi, vi dirò che dal momento che domani sarò considerato un “nemico del popolo” che vuole impedire “l’eticizzazione della politica” e l’affermarsi di chi lavora per il “bene comune della città”, sono pronto, però, da dopodomani a siglare la “pace nell’interesse della città” se l’amministrazione si concentrerà più sul cibo da garantire ai nostri figli nelle scuole e meno ai festeggiamenti di capodanno in via Caracciolo.
In conclusione sono convinto che una approfondita riflessione del Partito Democratico, sui risultati raggiunti e gli errori commessi da questa amministrazione, ci debba essere, perché solo se le forze migliori della città si attiveranno, si potrà avere una reale possibilità di (come direbbe qualcuno) “raddrizzare la baracca”.
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