Le linee flegree dell'EAV: un declino inesorabile?
Le condizioni del sistema dei trasporti in Campania sono da sempre al centro di discussioni tra responsabili del settore e non. In particolare, lo stato in cui versano le linee flegree (Cumana e Circumflegrea), il trasporto pubblico che copre gran parte dell’area flegrea, gestita dall’EAV (Ente Autonomo Volturno), ha dell’incredibile.
Un reportage di “Legambiente”, nel 2014, classificava la Cumana come il secondo mezzo di trasporto peggiore in Italia. Un record che, a quanto pare, continua a portare alto dopo due anni. La società, incorporata la vecchia azienda SEPSA, ne ha ereditato anche i debiti. Si stima che l’EAV sia in rosso di circa 500 milioni di euro: la mancanza di fondi si traduce in mancanza di materiale, indispensabile per le riparazioni dei treni, datati 1990.
“Lavoriamo tra gli insulti della gente”, afferma un capotreno, il quale continua dicendo: “Garantiamo un servizio anche a discapito della nostra incolumità, su mezzi fatiscenti e superaffollati.” Come dargli torto, in particolare quando, con tono di rammarico, ammette che molti lavoratori non hanno ricevuto lo stipendio per molti mesi, mentre i dirigenti si arricchivano e speculavano sull’azienda. Il lavoratore si riferisce palesemente allo scandalo che investì la società nel 2012, dove alcuni dirigenti furono arrestati per tangenti circa la concessione di gare di appalto, non avendo rispettato le regole della concorrenza.
Il dato paradossale però è un altro: il numero di treni a disposizione su una tratta lunga circa 50 km, sono solo 4. E adesso, con orde di adolescenti pronti a raggiungere le località balneari, il viaggio all’interno dei vagoni è disumano. Non è raro infatti notare pendolari, studenti, lavoratori, i quali si recano alle stazioni ferroviarie addirittura un’ora prima, con la paura di arrivare in ritardo, o addirittura di non arrivare a destinazione.
Situazione simile, se non peggiore, per la Circumflegrea, linea parallela alla Cumana, la quale copre quartieri come Soccavo, Pianura, Quarto, fino ad arrivare a Licola. La tratta si snoda su circa 30 km di binari, e condivide con la Cumana il capolinea Montesanto. Il discorso non cambia: anche qui, i treni utilizzabili per il trasporto passeggeri restano sempre 4. La flotta delle linee flegree è composta da ben 30 treni ma, a conti fatti, i passeggeri ne usufruiscono solo di 8, su una tratta lunga circa 100 km.
Il dato che però sorprende di più è che la rete ex-SEPSA è a partecipazione doppia: riceve infatti fondi dalla Regione Campania tramite PON europei e finanziamenti provenienti dallo Stato centrale. Che fine fanno questi soldi stanziati? Emblematico è il caso riguardante la fermata di Pianura: nonostante fosse una delle stazioni più solide e sicure, furono lo stesso stanziati fondi per la ristrutturazione: a lavori terminati, dopo più di un mese, una enorme voragine si aprì all’interno della stazione, causando il blocco totale della circolazione. Soldi che potevano essere utilizzati per nuovi treni.
La situazione è particolarmente grave: si è più volte parlato di chiusura della tratta. Così facendo, migliaia di persone provenienti da Baia, Bacoli, Licola e zone limitrofe, resterebbero isolate, senza alcuna possibilità di giungere a Montesanto. I tempi sembrano davvero bui per l’EAV, ma ancor di più per i circa 90.000 cittadini, questa è la cifra stimata di affluenza giornaliera, inermi davanti all’inesorabile destino cui spetta la Cumana da un lato, la Circumflegrea dall’altro.