Le Feste de l’Unità: a cosa servono?
La fine dell’estate ci consegna sempre, come in molte località d’Italia (PartitoDemocratico), le ormai note feste de l’Unità, un’occasione per portare i partiti che le hanno organizzate nelle piazze. Ma siamo sicuri che ciò che si fa “da sempre” è ancora adeguato alla politica dei social network e dei 140 caratteri? Chi sono oggi i frequentatori delle feste de L’Unità?
Nelle scorse settimane il segretario regionale del PD campano ha dichiarato: “In luogo della tradizionale festa regionale, quest'anno abbiamo scelto di rivolgerci ai cittadini in maniera più capillare, sia per discutere delle priorità della regione e per dare rilievo alle attività del governo nazionale, sia per confrontarci nel merito sui contenuti della riforma costituzionale, in vista del referendum". Con queste parole rispondeva all’organizzazione della festa dei Giovani democratici di Napoli, rinnegando, secondo qualcuno, la scelta del 2015 della festa regionale ad Ercolano.
Al contrario, io credo che il Segretario regionale abbia colto il problema delle feste de l’Unità (ma non la sua soluzione): quanti sono i frequentatori delle feste che non abbiano già sostenuto e votato nel 90% delle ultime elezioni un partito tra i DS e loro predecessori o la Margherita ed infine il PD? Quanti non iscritti o “addetti ai lavori” si avvicinano ai dibattiti delle feste?
Probabilmente il tema dell’autoreferenzialità dei dibattiti non riguarda solo le feste ma l’attività dei corpi intermedi in quanto tali, a causa del cambiamento radicale degli strumenti di comunicazione, e probabilmente diventa sempre più urgente una riflessione su come far diventare i luoghi di discussione davvero aperti ed utili.
Sarà senz’altro colpa della mia ragazza che sta leggendo “il desiderio di essere come TUTTI” (e lo scontro de visu tra Craxi e Berlinguer ad un congresso socialista) ma mi chiedo perché ai nostri dibattiti non partecipano mai esponenti degli altri partiti/movimenti ad eccezione di qualche sindacalista della CGIL che ormai non vota più PD, ma che in compenso ha anche molto meno appeal di quest’ultimo?
Oggi il paradosso delle feste è che non sono più un momento per esporre il lavoro fatto durante l’anno ma, troppo spesso, l’unico luogo di dibattito, seppur con tutti i limiti di cui sopra, e proprio per questo non possiamo farne a meno ma, a partire dagli eventi costruiti dai più giovani, dovremo ritrovare il coraggio di alzare l’asticella e di non costruirli più solo sull’esigenza di accontentare tutte le correnti del nostro caro Partito.