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Il referendum secondo, secondo me

Scritto da Francesca Scarpato Il . Inserito in A gamba tesa

costituzione referendum

Parto con una piccola premessa: Questa mia breve considerazione sul referendum costituzionale, non vuole immettersi nell'ormai sterile dibattito che vede da settimane impegnati i sostenitori del si e quelli del no, ma vuole semplicemente fornire uno spunto di riflessione magari poi da sviscerare insieme.

Credo seriamente che chi pensa che le questioni istituzionali di funzionamento democratico delle assemblee del Parlamento e del Governo siano temi lontani e separati che non parlano ai bisogni quotidiani delle persone, si sbaglia di grosso! Perché quello di cui ha veramente bisogno il nostro Paese, dopo 70 anni di vita Repubblicana, è proprio quello di rendere effettive ed efficaci le indicazioni della prima parte della nostra Costituzione (mi riferisco in particolare all'art 3) ma per far questo bisogna che la decisione politica del nostro giovane tempo -e cioè del tempo di internet, dei social, del "sempre connessi"- sia una decisione rapida. Perché oggi come oggi, più è lenta la democrazia più la stessa è in pericolo; infatti più è lenta e più è esposta alle demagogie, utopie e populismo di ritorno! Per questo ripartirei dai qui! Ripartirei da una seria ed attenta riflessione su come devo riuscire ad avere io nel mio comune, nella mia città metropolitana, nella mia regione, nel mio paese interlocutori capaci di rispondere con solerzia e decisione alle domande ed ai bisogni della mia generazione. In più di un'occasione il Presidente De Luca ha spiegato come la sburocratizzazione è il primo vero obiettivo che si deve porre una sinistra democratica e moderna che vuole davvero cambiare e fare le cose. Ed è molto giusto! Ed allora noi tutti dovremmo chiederci cosa possiamo noi fare a riguardo. Come possiamo mobilitarci noi per garantire studio e lavoro; come possiamo affrontare questa nuova diseguaglianza (che metteva bene in rilievo, qualche tempo fa, in un'inchiesta sui NEET il Corriere della sera); tenendo presente che, ad oggi, per approvare una legge ci vogliono, nella migliore delle ipotesi, non meno di due anni.

Seguo sempre con interesse le lucide analisi di Massimo Recalcati che riesce effettivamente a parlare ai miei bisogni materiali, al mio cuore e al mio sentire. E capisco che lui ci sta provando da tempo davvero a far appassionare gli italiani al riformismo e alle riforme, a dargli un'anima... Ed è una cosa che a mio avviso dovremmo imparare a fare anche noi! Anche a Napoli dove i giovani, che in maggioranza hanno votato De Magistris, sono comprensibilmente appassionati ad una parola magica: rivoluzione! Non vi nascondo l'enorme difficoltà di far diventare la lotta quotidiana, la presenza sui territori, il serio impegno di tanti giovani in politica una questione che riguarda come migliorare davvero la nostra vita e come può essere entusiasmante e funzionale raggiungere obiettivi concreti e visibili. Il tutto in nome di una migliore qualità della vita che, per me, si declina poi attraverso due concetti: Libertà e possibilità di scelta. In tal senso le unioni civili, il ddl Cirinnà, l'impegno sulla legalizzazione delle droghe leggere, il nuovo rapporto con l'ambiente ecc. sono gli aspetti più belli del Governo Renzi. Quelli che, a mio avviso, anche noi dovremmo essere maggiormente in grado di far arrivare alla mia generazione, informando non in maniera propagandistica bensì oggettiva. Ma bisogna fare questo e molto di più! E pensate a quanto possa essere affascinante, per questo drammaticamente difficile da affrontare, per tutti noi, il tema dell'immigrazione e dell'integrazione. Siamo in presenza di una svolta epocale! Ogni giorno si spostano milioni di persone in cerca di un futuro migliore. Sono in stragrande maggioranza giovani e non sarà sufficiente per nessuno affermare mere parole di solidarietà e riconoscimento dello straniero se resteranno mera retorica senza programmi. Dobbiamo imparare altre lingue, sapere ascoltare altre culture, avere un'altra psiche -come direbbe Recalcati-. Ecco, a mio avviso, è di tutto questo che stiamo parlando quando parliamo del referendum in questione perché solo democrazia decidente sarà in grado di fare, del nostro Paese, un Paese moderno e in grado di far vivere i principi ispiratori dei Costituenti e quelli della nostra millenaria cultura umanistica e libertaria.ì

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