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Il gigante quiescente: Campi Flegrei

Scritto da Fabio Lauri Il . Inserito in A gamba tesa

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La più grande preoccupazione dei Campani è storicamente il Vesuvio: il vulcano che, come un imponente guardiano, crea ombra alla soleggiata Napoli e a tutti i paesi costruiti sulle sue pendici. Possiamo addirittura vantare il maggior numero di ricercatori, osservatori, geologi ed esperti del settore che studiano e cercano di prevedere le future azioni del nostro temibile vicino.

Eppure il più grande problema di Napoli (e non solo) è un altro gigante, molto più grande, più temibile, silenzioso. Si, perché la sua grande caratteristica è proprio quello di non farsi notare, di essere celato sotto terra. Stiamo parlando di uno dei “supervulcani” più grandi al mondo: i Campi Flegrei, un nome, una garanzia. Infatti in greco il suo significato è “terra che brucia, di fuoco’’, insomma, probabilmente lo scenario a cui hanno assistito i nostri predecessori era davvero infernale. Questa immensa caldera si sviluppa in modo circolare, andando a toccare vari comuni e quartieri: ha come confini la collina dei Camaldoli, Posillipo, Quarto, fino ad estendersi oltre Bacoli. Stiamo parlando di un sistema vulcanico che comprende più di 30 vulcani, molti dei quali hanno esaurito la loro forza in un’unica eruzione; altri invece, come la Solfatara, continuano imperterriti la loro attività. Questo complesso si estende per circa 13 km, andando ad inglobare nel suo interno circa 700.000 abitanti.

Ma ritorniamo al nostro discorso: perché si teme di più il Vesuvio rispetto ai Campi Flegrei? Il problema sta proprio nella mole di studio, e nella poca informazione che circola sui rischi del vulcano. Si, perché bisogna sempre aspettare un evento disastroso prima che la prevenzione possa fare il suo ingresso in campo. Di recente a Napoli, dopo i recenti avvenimenti di Amatrice, è stata indetta una convention di geologi, i quali hanno avuto modo di discutere del pericolo terremoti qui in Campania, con riferimento a Napoli e Pozzuoli, in particolare al fenomeno molto conosciuto del bradisismo. Il Presidente dell’Istituito di Geofisica e Vulcanologia, il prof. Carlo Doglioni, ha affermato durante la conferenza che: “la pericolosità è altissima ed il rischio enorme. Napoli si trova in una delle zone che ha il maggiore rischio naturale possibile perché un’esplosione dei Campi Flegrei sarebbe uno dei più grandi disastri che potrebbe colpire l’Italia. Dobbiamo investire in conoscenza e istruire i cittadini“

Si ritorna per l’ennesima volta allo stesso discorso: un popolo informato ed istruito può reagire in modo più efficiente ad una situazione di pericolo. Il rischio sismico del bradisismo, causato dal “respiro” della camera magmatica dei Campi Flegrei, solo nel 2012 ha innalzato Pozzuoli di circa 7 cm. E di recente altre due scosse, di lieve intensità, hanno smosso il terreno flegreo allertando la popolazione e le istituzioni. Il rischio è ora fermo al colore giallo, ossia un pericolo medio – alto, dobbiamo aspettare un ennesimo evento disastroso come quello degli anni 80 per una maggiore attenzione a questo problema? Il vulcano Campi Flegrei richiede una specifica attenzione, costante e duratura, così come l’analisi del bradisismo e di ulteriori scosse. La richiesta è semplice: piani di evacuazione precisi. Il rischio, ad oggi, non è imminente ma non possiamo continuare a perdere tempo prezioso.

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