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Le menzogne di Marco Travaglio sul Referendum

Scritto da Gabriele Crispo Il . Inserito in Vac 'e Press

travaglio bugiardo

Sabato scorso in quel di Cervinara (AV), in occasione della II edizione di Opulentia- Festival della Cultura, manifestazione organizzata dal giovane Tommaso Bello e da "L'AltraFaccia.it", si è assistito ad un riuscitissimo e politicamente scorretto spettacolo contenutisticamente semplicistico ad opera del capace giornalista Marco Travaglio. 

Il giornalista di grido, non deve sicuramente essere da me presentato, chiunque si interessi, anche lontanamente, di politica conosce questo personaggio.

Idolatrato dall'antisistema – prima paladino dell'anti-berlusconismo, oggi paladino dell'anti-renzismo- , Marco Travaglio, sabato ha sicuramente fatto cambiare idea a molti indecisi.

Lo spettacolo che si è tenuto in quel di Cervinara è figlio di un tour che il giornalista sta svolgendo in tutta Italia, attraverso il quale, sera dopo sera Travaglio presenta il suo nuovissimo libro ‘Perchè NO. Tutte le bugie sul Referenzum’ È a suo dire uno spettacolo contro il silenzio delle TV: "la campagna elettorale per il Referenzum sulla controriforma costituzionale è partita da un mese ma in tv e sulla grande stampa parla quasi soltanto il fronte del Sì. Tutti dicono che bisogna discutere nel merito, ma quasi nessuno lo fa. Marco Travaglio chiede da mesi un confronto in tv con la ministra Maria Elena Boschi: invano. Dunque ha deciso di portare in scena le ragioni del No contrapposte a quelle del Sì con l’attrice Giorgia Salari nei panni della Boschi (con le frasi testuali della ministra delle Riforme). Così ciascuno potrà confrontarle e farsi un’idea per saperne di più".

Già queste affermazioni palesano errori concettuali radicati ma sarebbe alquanto banale criticare ciò che liberamente ogni cittadino può dire, dopotutto chiunque può avvalersi dell'art. 21 Cost...e giustamente il paladino della Carta Costituzionale lo fa.

Lo spettacolo inizia con una serie di commentini alla Travaglio: argomentazioni deboli si susseguono ma siamo ancora nella tollerabilità della libertà di espressione.

Lo spettacolo entra nel vivo quando finalmente Giorgia Salari sale sul palco e imita Maria Elena Boschi. Un imitazione poco riuscita ma comunque divertente. La ministra dovrebbe, nel disegno mentale di Marco Travaglio, dimostrare al pubblico la sua ignoranza: laureata in Giurisprudenza, grazie al padre; biondina avvenente e ochetta che semplicisticamente cerca tramite un supporto cartaceo di spiegare una riforma che essa stessa ignora, essendo stata scrittrice passiva di un disegno di legge ideato da Verdini e Calderoli. La trama del racconto di Travaglio è effettivamente avvincente nonostante le argomentazioni stentate e supportate da fonti non accreditate.

Il signor Travaglio pedagogizza la Costituzione, le leggi Costituzionali, parla della gerarchia delle fonti impropriamente, definisce i quorum dell'art. 138 confondendosi con essi stessi (sarà stata l'emozione o l'ignoranza?). Il giornalista elenca gli illustri NO, deridendo i poco competenti SI. Secondo Travaglio coloro che appoggiano questa riforma sono personaggi di scarsa risonanza: gente non laureata in giurisprudenza che parla di cose che non conosce.

Verrebbe da domandarsi dov'è la sua laurea in Giurisprudenza?! Wikipedia scrive: "Dopo la maturità classica, conseguita al Liceo salesiano Valsalice di Torino, si è laureato in Storia Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell' Università degli Studi di Torino all'età di 32 anni,dopo esser già divenuto, nel 1992, giornalista professionista". Ci sono tutti i requisiti quindi per insultare chi parla senza avere titoli! Argomentazione molto forte: è imbarazzante anche condividerla per sminuire la sua posizione.

Marco da studioso titolato del diritto costituzionale si è anche addentrato in discorsi sul diritto pubblico comparato: parlando di elezioni dirette e di secondo grado in altri paesi del globo. Imprecisioni su imprecisioni si sono susseguite. Nella sua colta ignoranza, ha fatto sue nozioni che non ha ben compreso non possedendo gli strumenti per farlo. Ha dato alla Boschi dell'incompetente e incapace: "non conosce la riforma che ha scritto. Ha letto la riforma che ha firmato, ma non l'ha compresa".

Si potrebbe continuare nell'elencazione di queste imprecisioni ma sarebbe degradante.

Il colmo, l'illustre giornalista, l'ha commesso quando nel riferirsi alla nuova riforma semplicistica ha argomentato le modifiche dell'art. 70 Cost. Ha letto il vecchio e il nuovo enunciato e nel leggere male il secondo, ha lamentato l'eccessiva lunghezza di questa nuova esposizione. A dire di Travaglio, questa legge complica la definizione delle competenze di Camera e Senato: troppo lungo per semplificare, troppo complicato per essere compreso. L'eccesso di costituzionalizzazione, fenomeno oramai attuale e storicamente giustificato a causa del complicarsi dell'apparato burocratico internazionale, per il giornalista, complica la comprensione del profano.

La più grande bugia Travaglio la dice quando enuncia uno degli ultimi commi dell’art. 70 Cost. Nel disegno di legge Boschi si afferma che qualora ci siano questioni di competenza, i Presidenti di Camera e Senato decidono di intesa. Per Marco, maggioranza è giusto sinonimo di intesa: nella riforma si decidono le competenze con decisioni a maggioranza. Il pubblico dopo questa affermazione era allucinato: quanta ignoranza regna a Palazzo Chigi?! Peccato che fosse solo un errore di comprensione del giornalista. Ignorantia legis non excusat.

Insomma questo spettacolo è un misto di imprecisioni che convincono il profano. Non si può ben dire se siano figlie di una cattiva comprensione o di malafede. La cosa che si deve evidenziare è che questo spettacolo, replicato in tutta Italia, crea un danno su affermazioni errate. Non siamo nella discrezionalità di affermazioni condivisibili o meno: ciò che si critica è l'errore interpretativo tecnico.

La riforma sottoposta a referendum è una tappa oramai ineludibile: cerca di correggere una serie di gravi errori, prima fra tutti quelli della riforma del Titolo V del 2001. Il superamento del bicameralismo perfetto è tappa obbligata in quanto anacronistica e superata quasi in tutto il mondo ( in Francia venne superato quando la nostra Costituzione nasceva).

Il 4 Dicembre 2016 il popolo Italiano sarà chiamato a scegliere e nonostante non siano previsti quorum di validità è auspicabile che lo faccia consapevolmente perché come diceva Joyce: "Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere".

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