Gegh il topo e la fortuna di Sol Levante (Parte 3)
[…]Plaza della Discordia alle settordici del dì, molto prima dell’orario stabilito, era già animata dallo scalciare degli abitanti di Sottosopra che apparivano trepidanti, in equilibrio sulle mani e con i piedi in alto verso i pomodori in totale libertà, dinnanzi al palco su cui si sarebbe svolta la gara tra Andreas e Victor Il Massiccio.
Un grande boato accompagnò l’entrata in scena del saltimbanco Gabrielle che, aprendosi alla platea— Popolo di svitati di Sottosopra! — gridò richiamando l’attenzione della folla — Oh voi che confondete i “sì” con i “no” e che infilate le mutande sulla testa e le mani nelle scarpe, oh voi che avete rivoluzionato le leggi della matematica con il famoso Teorema “L’addizione non esiste”, oggi siete stati qui invitati per conoscere la verità sulla Forza! Che cosa è la Forza vi state chiedendo vero? La forza è spezzare la Roccia di Sottosopra vi rispondo io. Ma chi vincerà tra Victor Il Massiccio e Andreas lo scopriremo insieme… Portatemi la Roccia di Sottosopra e i due sfidanti. Presto!
La gara ebbe inizio.
Victor Il Massiccio stirò i suoi muscoli dopo averli contratti e resi lucenti come specchi con una pasta antifatica, prese a lanciare calci, testate, gomitate e ginocchiate contro la Roccia di Sottosopra ma più la colpiva e più lui stesso sanguinava, più si dimenava e più egli stesso si affaticava, maggior era il suo grado di ferocia più il sudore segava il suo viso fin quando non fu costretto a cadere a terra esangue e privo di forze: Victor Il Massiccio non era riuscito nemmeno a scheggiare la Roccia di Sottosopra. Quando però venne il turno di Andreas accadde qualcosa di strepitoso che Gegh non avrebbe mai più dimenticato.
Andreas si sedette accanto al grosso masso, si alzò e rivolgendosi alla platea di spettatori disse— Io non gareggerò o almeno non lo farò nei modi in cui voi tutti siete abituati, io resterò qui e aspetterò che questa roccia esposta a tempeste, fulmini e saette, piogge scoscianti e caldo sole rovente si spezzi da sola e che poi diventi sabbia perché non esiste in natura Forza maggiore di quella del Tempo e della Pazienza. Allora non l’avrò solo spezzata ma l’avrò trasformata in altro, in quello che di base questa roccia è già ovvero una parte infinitesima di se stessa, un granello, in un tempo che non è ancora questo ma che prima o poi arriverà.
Tutti rimasero in silenzio tranne Gegh che sospirò— Quanto è vera questa cosa! […]
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