Protesta alla Federico II: (non) si riducono gli appelli a giurisprudenza
Fioccano sui social eventi di mobilitazione da parte degli studenti di giurisprudenza della Federico II di Napoli. La motivazione è semplice e chiara: il tentativo di riduzione degli appelli d'esame con motivazioni vaghe e non troppo convincenti.
L'attuale assetto prevede la possibilità di sostenere esami nei mesi di Gennaio, Febbraio, Marzo, Giugno, Luglio, Ottobre e Novembre/Dicembre, dunque sette sessioni d'esame che si rendono indispensabili per sostenere, in media, sei esami l'anno.
Il progetto prevede una corposa modifica delle sessioni con riduzione delle stesse a sei.
In parole povere, sarebbe possibile sostenere gli esami solo nei mesi di Gennaio, Febbraio, Maggio, Giugno, Luglio e Settembre.
Il principio sotteso a tale revisione dovrebbe essere la coincidenza degli esami con l'espletamento dei corsi, ma - come già accennato in precedenza – ci appare una considerazione abbastanza fiacca sul piano pratico, essendo numerose e variegate le soluzioni al "problema".
Nondimeno, tenendo presente il novero dei fuoricorso iscritti, tale prospetto appare addirittura controproducente – oltre che iniquo – essendo facilmente intuibili le conseguenze del provvedimento.
Non si percepiscono notizie certe, potendo rilevarsi – ad oggi – solo un grande marasma generale.
Le associazioni studentesche, prevedibilmente, hanno assunto posizioni eterogenee: una larga parte ha deciso di procedere con moderazione, cercando mediazione tra le parti; un'altra ha deciso di indirizzarsi verso la contestazione – principalmente assemblee e mail bombing, che consistono nell'intasare di e mail le caselle di posta elettronica di coloro che hanno proposto la riforma.
Stando, però, alle indiscrezioni raccolte dalla redazione di Qualcosa di Napoli, il progetto di modifica del regolamento è stato approvato in via istruttoria in commissione di coordinamento didattico, all'unanimità. Ciò significa che tale modifica dovrà essere esaminata dal consiglio di dipartimento e che potrà subire sensibili ritocchi prima di essere definitivamente votato.
Le criticità riguardano diversi piani.
In primo luogo, non si capisce il necessario allarmismo di alcune associazioni, a fronte del fatto che il regolamento deve ancora essere discusso e approvato in via definitiva dal consiglio di dipartimento; in secondo luogo, se dovesse essere confermata l'unanimità dei voti favorevoli – verificabile solo durante il prossimo consiglio di dipartimento in cui sarà esposto il verbale della commissione che precede il consiglio – non è comprensibile il motivo per cui le associazioni studentesche che hanno promosso la mobilitazione abbiano votato favorevolmente alla proposta di riforma.
Questa vicenda presenta molte zone d'ombra e l'unico intento della redazione è quello di far luce.
Non possiamo, però, non ammettere che il comportamento tenuto da alcune associazioni studentesche nella gestione di queste situazioni delicate sia stato – a nostro parere – sconsiderato e, se fossero confermate le indiscrezioni, incoerente.
Del resto, rimettiamo alle associazioni studentesche interessate la possibilità di rispondere e spiegare il voto favorevole in consiglio (se confermato) e la successiva protesta.
Errate corrige 07/10/2016. Si specifica che le associazioni che hanno organizzato la mobilitazione hanno sempre dichiarato di non aver votato a favore del Regolamento Didattico in sede di Commissione di Coordinamento Didattico del 26/9. L'ass. Studentigiurisprudenza.it ha dichiarato di aver manifestato la sua opposizione non partecipando alla votazione, QdN è stata perciò indotta a credere che vi sia stato un tacito placet da parte dei consiglieri di Studentigiurisprudenza.it, placet che è stato dichiarato non esserci mai stato. Si specifica inoltre che l'associazione Studentigiurisprudenza.it aveva chiarito che il regolamento dovesse essere ancora approvato in via definitiva in Consiglio di Dipartimento.
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