La strada della morte
La strada statale 268 del Vesuvio, lugubremente nota alla cronaca come statale della morte, attraversa l'area vesuviana interna della Campania, andando da Cercola ad Angri per un tracciato complessivo di circa 30 km.
Progettata negli anni 60, ma realizzata solo a partire dagli anni 80, fu elaborata inizialmente come snodo veicolare cruciale per i popolosi comuni nella zona napoletana sarnese, tra cui Pomigliano d'Arco, Scafati, Somma Vesuviana, Sant'Anastasia, Ottaviano e Boscoreale. Altra ragione per cui fu realizzata, paradossale al momento, fu quella di fornire una via di fuga efficiente e veloce ai comuni limitrofi, in caso di eruzione del Vesuvio. Già, proprio kafkiano pensare che uno dei tratti stradali più fatiscente, insicuro e pericoloso per i cittadini del territorio, un tempo fosse stato pensato come salvifico per qualcuno. Fin dalla sua nascita il tratto in questione è stato teatro di numerosi e tragici incidenti, con una percentuale di incidenti, a volte letali, da far invidia ad un bollettino di guerra. Le ragioni principali, che si celano dietro tale pericolosità, sono individuabili innanzitutto nella quasi totale assenza della doppia carreggiata per senso di circolazione, con una carreggiata unica, che si estende per gran parte della statale, fatta eccezione per alcuni tratti , ammodernati dal 2009, tra cui gli snodi Ottaviano-Sarno e Poggiomarino-Striano. Per non parlare della scarsa presenza di segnaletica e illuminazione e della quasi totale assenza di piazzole di emergenza, con le pochi presenti, convertite in discariche a cielo aperto.
Insomma se gli AC/DC fossero stati di Ottaviano o Somma Vesuviana, avrebbero sicuramente composto ‘Highway to hell’, in un ordinario giorno da pendolari lungo la SS268, ingarbugliati nel traffico, nella continua tensione tra sorpassi indesiderati e limiti costantemente ignorati. A tutto ciò va aggiunta la possibilità di spettacoli di Naumachia, durante le forti piogge, vedere per credere, l'ultimo allagamento in ordine di tempo del 18 settembre all'altezza di Ottaviano. Per non parlare del cavo elettrico abbattutosi sulla carreggiata il primo settembre, sempre causa perturbazioni, che però ha dato, per un breve lasso di tempo, una via di separazione della carreggiata.
Ovviamente un'attenuante del caso potrebbe essere da ricercare nello spropositato e non previsto aumento demografico dei comuni, che costeggiano la tratta e ne usufruiscono. Sebbene ciò non giustifichi i forti ritardi nell'opera di ammodernamento infrastrutturale avviata nel 2003 e mai conclusa, anzi mai attuata.
Dunque arriviamo al capitolo finale di una storia triste, con i lavori di ammodernamento che riprendono nel 2009 ma solo su tratte specifiche ed in ogni caso non risolutivi. Infine giungiamo al maggio 2016, quando il governatore della Campania Vincenzo De Luca annuncia, nell'ambito di un ampio intervento di ammodernamento e messa in sicurezza della viabilità campana, l'investimento di altri 10 milioni di euro ( in aggiunta ai 56 già stanziati in passato) per la SS 268, volto in particolare a raddoppiare le carreggiate per senso di marcia lungo tutto il tratto in questione, oltre che migliorare gli standard di sicurezza.
Insomma si potrebbe dire di aver finalmente imboccato la giusta strada verso la tutela dei cittadini e l'efficienza dell'infrastruttura, nella speranza che tale strada non assomigli alla attuale strada statale del Vesuvio.
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