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Il Patto per Napoli e i trasporti

Scritto da Nestore Cerani Il . Inserito in Funiculì, funicolà

renzi e de magitris

La nuova venuta di Renzi a Napoli e gli incontri che si sono tenuti a Roma fra il Comune e Lotti fanno sperare in una positiva conclusione della trattativa per il “ Patto per Napoli” che porterà nelle casse del Comune 308 milioni.

Una parte del finanziamento sarebbe destinato ai trasporti. Una buona notizia.

Nel trasporto pubblico locale il problema della sicurezza e regolarità dei finanziamenti è cruciale, esso, tuttavia, se non si accompagna ad una rigorosa pianificazione, potrà sistemare contabilmente i conti delle aziende ma non produrrà un sistema efficiente di TPL. Il problema è complesso: occorre avere una visione chiara che esclude ogni municipalismo, la città metropolitana è il riferimento ed un’Azienda metropolitana dovrebbe essere l’obiettivo. Una realtà territoriale congestionata e complessa come l’ area metropolitana di Napoli non può essere affrontata con la politica del giorno per giorno.

Occorre studiare le correnti di traffico, gli itinerari casa-lavoro che per effetto dello “sprawling” urbano vanno modificandosi. Lo “sprawling” è un fenomeno che riguarda tutte le realtà metropolitane e comporta il progressivo svuotamento del centro e l’addensarsi della cittadinanza nei comuni di prima e seconda fascia, essenzialmente per problemi derivanti dall’alto costo delle abitazioni nel centro urbano. La conseguenza è l’allungarsi delle tratte, la revisione delle velocità medie , un razionale uso del parco rotabile e la cura delle relazioni non solo fra periferia e centro ma anche fra periferie ed all’interno delle loro ripartizioni come effetto del diffondersi delle attività produttive, scolastiche e amministrative sul territorio.

Siamo pronti a questo? Francamente a Napoli no. Invece di puntare all’azienda metropolitana ogni azienda si rinchiude nel suo orticello, perciò sono inesistenti i rapporti fra di esse. Niente coincidenze, niente coordinamento degli orari e dei passaggi, niente intercambiabilità. Al contrario, accettando la scellerata scelta di Vetrella, ex assessore regionale, si è distrutta l’esperienza del biglietto unico che consentiva al cittadino ampia libertà. Ciò proprio nel momento in cui, in Europa, essa diventava un riferimento operativo. La motivazione di comportamenti aziendali e miopi sarebbe la difficoltà nella procedura di ripartizione fra le aziende degli introiti e nella illusione che gestire a livello aziendale gli introiti della bigliettazione aiuti a risolvere i problemi interni.

Fra l’altro ciò vuol dire che la cultura della programmazione e la costruzione di un’azienda metropolitana unica (Amburgo, Parigi, Madrid Berlino insegnano) è del tutto estranea alle dirigenze aziendali ed alla politica regionale e comunale. A riprova della giustezza di quella ipotesi ci sono i comportamenti virtuosi delle aziende di altre città italiane.

Da noi si dà per scontato che un’azienda di TPL sia destinata al deficit per sua intrinseca struttura. Eppure in Italia ci sono aziende consortili come quelle di Brescia o di Reggio Emilia che hanno

chiuso il bilancio 2015 IN ATTIVO per circa 700mila euro versati nelle casse dell’ente proprietario. Ne deriva che anche il successo aziendale dipende dal tipo di politica che le istituzioni fanno ed anche dalla professionalità del management.

Pensavo, sbagliando, che la vittoria di De Luca comportasse il ripristino di quella norma e l’avvio di un’attività di programmazione del settore, tuttora inesistente. Si stanno invece ripercorrendo le vecchie vie. A De Luca va dato il merito di avere regolarizzato i finanziamenti ma ciò avviene nell’ambito di scelte fatte dal centro destra che non si vogliono cambiare perché si subisce l’influenza delle direzioni aziendali. La stessa scelta di non nominare l’assessore del ramo desta molte perplessità. Si dimentica che un’azienda di TPL deve avere i conti a posto non a scapito del servizio che è il suo primo dovere.

Assicurare ai cittadini una mobilità efficiente è una questione di democrazia. Il disservizio devasta la vita delle persone e ne dilapida il tempo, perciò si afferma che la garanzia di una regolare e efficiente mobilità prima di essere un diritto dei cittadini è un dovere delle istituzioni.

 

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