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La libertà di amare scende in campo e segna un goal a Torre Annunziata

Scritto da Valter Catalano Il . Inserito in I Generi

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In seguito alla celebrazione dell’unione civile – prima nel mondo calcistico italiano – tra Gianni Salzano, vicepresidente del Savoia Calcio e il suo storico compagno Carlo Piergiovanni, il 16 ottobre presso lo stadio A. Giraud di Torre Annunziata, si è tenuta l’attesa conferenza stampa dedicata alla libertà di amare.

Avevano promesso e infine hanno mantenuto: il vicepresidente affiancato dal presidente Ciro Altea, hanno presentato la maglia “Amore Libero” con cui la squadra è scesa in campo nella partita di campionato contro la formazione dell’Isola di Procida. La forte eco generata nei giorni scorsi dalla cerimonia civile, ha convinto i dirigenti a fare un passo in più ed esprimersi su uno dei temi più spinosi del panorama sportivo italiano: il rapporto tra omosessualità e calcio.

A dimostrazione del fervore generato dall’argomento, il dibattito è stato anticipato da una circoscritta azione di protesta da parte di un gruppetto di tifosi che non condividendo la scelta della dirigenza, voleva impedire ai giocatori di indossare la maglia friendly. Lo stesso Giovanni Salzano in conferenza ha affermato di aspettarsi delle contestazioni da parte di qualche tifoso: “Naturalmente non possiamo essere tutti d’accordo su questa cosa. Io ho espresso la mia volontà di rendere pubblica questa unione perché sono innamorato di un altro uomo e l’amore è la cosa più bella che ci sia, è uno di quei sentimenti che ognuno di noi mette al primo posto e l’ho fatto anch’io”. “Solo pochi hanno reagito così – ha poi sottolineato – Nei giorni scorsi ho ricevuto tantissimi auguri dai torresi e anche quest’oggi camminando per strada ho ricevuto soltanto consensi dalla gente che ho incontrato”.

Al di là di questo primo impatto con la comunità dei tifosi torresi, il focus del dibattito si è spostato sull’importanza di questi eventi per dare coraggio a chi ancora teme di esprimere le proprie preferenze sessuali facendo coming out. La paura di infrangere uno dei più granitici tabù del calcio italiano è ancora molto sentita tra gli sportivi.

“Non ci dovrebbe essere discriminazione – ha affermato il presidente Altea – Purtroppo siamo ancora in un epoca in cui non si vuole accettare appieno [l’omosessualità, ndr]. Io rispetto il vicepresidente e le sue scelte. Lo rispettavo prima e lo rispetto ancora di più adesso. Questo gesto forse può dare l’input per aprire questo mondo ancora chiuso. La cosa più bella è metterlo in chiaro: non andare per sotterfugi e non nascondersi dietro le ombre”.

Non è più un mistero che nei club di tutte le categorie la maggior parte dei calciatori gay, a causa del clima da spogliatoio stereotipato che si respira, è dissuasa dall’esprimere liberamente la propria affettività e sessualità. Anzi, persiste ancora una forte propensione ad uniformarsi al modello nazionalpopolare di calciatore sciupafemmine tornato ultimamente alla ribalta grazie anche alle indiscrete dichiarazioni di Stefano Bettarini nella casa del Grande Fratello VIP.

“È sempre stato un mondo maschilista – ha continuato Altea – È stato sempre un mondo chiuso, non si è mai aperto. Ogni volta che si provava ad affrontare il problema si utilizzavano mezzi nomi; è uscita fuori sempre questa ambiguità.”

Tuttavia pare che alcune cose si stiano muovendo, soprattutto negli organi dirigenti del calcio italiano dove ci sono segnali di apertura diventati più evidenti anche grazie alla decisione di Salzano: “Si è fatta sentire la FIGC, mi volevano incontrare per rendere pubblica ufficialmente questa [unione, ndr ]. I dirigenti che conoscevo, mi hanno fatto gli auguri, i complimenti.”

Malgrado le esternazioni di un dirigente “che durante la cerimonia ha reagito su facebook in maniera negativa” ritenendo “non necessario rendere pubblica questa cosa”, il dirigente del Savoia è fiducioso sulle future ricadute e pensa già a possibili eventi calcistici contro l’omofobia: “Mi piacerebbe insieme alla società organizzare una giornata, magari coinvolgendo la federazione e gli altri club anche di serie superiore, dedicata alla lotta all’omofobia nel calcio. Sarebbe una cosa bella. Ci attiveremo per farlo, io sarò il primo ad attivarmi.”

Inoltre, il vice Salzano ha lanciato un appello a tutto il mondo calcistico: “Così come in tanti altri sport, anche nel mondo del calcio ci sono tanti omosessuali, è inutile nasconderlo. Speriamo che escano fuori grazie anche alla legge Cirinnà: è una spinta in più perché questa cosa esca fuori. La cosa che gli auguro è che riescano a trovare la stessa felicità che provo io in questo momento. Quando si ama una persona, è bello dirlo a tutti.”

In chiusura della conferenza stampa, non ha nascosto la sua soddisfazione Antonello Sannino, delegato nazionale di Arcigay per lo sport ma anche fiero cittadino torrese:

“Ringrazio Gianni per il suo gesto. Credo sia un passo importante, storico per il nostro Paese e sentirlo da torrese è motivo di orgoglio. Il calcio può fare tanto, le azioni simboliche sono fondamentali in questo campo. Gianni sottolineava quanto sia importante rendere pubblici certi passaggi e credo anch’io che sia importante che le società di calcio facciano un gesto forte. In Europa già è successo. Sono anni che chiediamo alle società di calcio di partecipare al pride. Speriamo che qualche club accetti l’invito. Sarebbe un gesto di civiltà fare pubblicamente una scelta chiara contro l’omofobia”.

 

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