In memoria di Tina Anselmi, madre del Sistema Sanitario Nazionale
Tina Anselmi, classe 1927, primo Ministro donna nella storia d’Italia, si è spenta lo scorso 1 novembre ad 89 anni. Qualcosa di Napoli intende ricordarne l'esempio morale, di libertà e perseguire il suo senso di giustizia e verità. Una grande donna a cui non fu regalato nulla, ma che ha donato tanto alle donne e all'Italia.
Partigiana a soli 17 anni, "Gabriella" che in seguito diventerà insegnante, sindacalista (CGIL e poi CISL), deputato ed il primo Ministro donna, ha di fatto istituito il Welfare in Italia, dapprima con la legge per la parità di salario per uomo e donna (Legge 09.12.1977, n. 903 “Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro”) e in seguito istituendo il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) (legge 23 dicembre 1978, n. 833).
Prima dell'istituzione del SSN, il sistema assistenziale-sanitario era basato su numerosi "enti mutualistici" o "casse mutue". Il più importante tra di essi era l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro le Malattie (INAM). Ciascun ente era competente per una determinata categoria di lavoratori che, con i familiari a carico, erano obbligatoriamente iscritti allo stesso e, in questo modo, fruivano dell'assicurazione sanitaria per provvedere alle cure mediche e ospedaliere, finanziata con i contributi versati dagli stessi lavoratori e dai loro datori di lavoro.
Il diritto alla tutela della salute era quindi correlato non all'essere cittadino, ma all'essere lavoratore (o suo familiare) con conseguenti casi di mancata copertura; vi erano, inoltre, sperequazioni tra gli stessi assistiti, vista la disomogeneità delle prestazioni assicurate dalle varie casse mutue. Questo sistema era complessivamente e popolarmente chiamato mutua (sanitaria), termine che in Italia è stato utilizzato per tantissimo tempo anche dopo il suo superamento tanto che ogni tanto è tuttora impiegato come sinonimo dell'attuale SSN.
Inoltre, la Anselmi fu presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2. Quattro anni di lavoro scomodo e coraggioso, tra il 1981 ed il 1985, scavando nei segreti di un “nocciolo del potere fuori dalla scena del potere” dietro il quale si nascondevano affari e tangenti, legami con la mafia e lo stragismo, omicidi eccellenti e addirittura un progetto politico anti-sistema. Una sorta di “interpartito”, così fu definita la loggia guidata dal maestro "venerabile" Licio Gelli, che nelle sue liste raccoglieva 962 uomini tra i vertici del Paese.
Fu, infine, nel 1973, nella commissione inviata dal Governo, per l'emergenza causata dal virus Colera a Napoli. Anche per tale motivo, la redazione di QdN - Qualcosa di Napoli ha voluto ricordarla con questo excursus della sua coraggiosa ed inimitabile vita.
La Redazione tutta
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