"Abile comunicatore, il sindaco non pensa al bene di Napoli": intervista a Valeria Valente
Decisa, determinata e perfettamente a conoscenza dei problemi di Napoli. Valeria Valente, deputata alla Camera e già candidata a sindaco, si mostra profondamente "sul pezzo" per quanto riguarda i problemi della sua città, anche se ha perso la sfida con Luigi De Magistris, a cui contesta una serie di comportamenti.
Quali, innanzitutto?
Non assume come priorità la soluzione dei problemi di Napoli che pure conosce "dal di dentro", ormai da tanti anni. Il buon governo della città per Luigi de Magistris è in secondo piano. Saltella da una rivoluzione all'altra, senza porsi l’obiettivo di risolvere, davvero, i problemi di Napoli. Promuove se stesso, non ha una programmazione.
Se lei fosse stata eletta sindaco della terza città d'Italia, quali sarebbero state le tre cose su cui si sarebbe concentrata nei primi cento giorni del mandato?
La messa in sicurezza delle scuole cittadine, innanzitutto. Non lo dico solo oggi dopo gli ultimi drammatici eventi che hanno colpito il centro Italia. Era la nostra priorità già in campagna elettorale, come si può facilmente verificare dal programma di allora. Poi, un piano straordinario per la manutenzione delle strade. Avrei istituito una sorta di "squadra di primo e pronto intervento” per ogni municipalità. Ancora, i parchi, le "villette", unici punti di aggregazione e socializzazione. E poi: treni e bus. I soldi ci sono, si deve essere in grado di spenderli e Luigi de Magistris non lo è. Vado nel concreto: dodici bus sono stati acquistati, all'appello ne mancano circa cinquanta per avviare un serio rinnovo del parco automezzi che è insufficiente e vecchio. Nel ’93 i bus in circolazione erano più di 600, oggi sono circa la metà, nonostante i denari (lo ripeto) ci siano. Anche i treni della metro sono fondamentali. Se passano ogni dieci minuti, la metro non è più utile. In tutte le metropoli europee se perdi una corsa pochi secondi e passa un altro treno.
Patto per Napoli. Il premier ha accantonato le polemiche con De Magistris e, istituzionalmente, ha fatto sì che alla nostra città arriveranno un bel po' di quattrini: 308 milioni. Domanda normale: lei come li spenderebbe? Che priorità darebbe?
I 308 milioni devono, e giustamente secondo me, essere destinati a opere già iniziate, ma non ultimate. Molte opere pubbliche finanziate dalla vecchia programmazione infatti rischiavano di rimanere incompiute, tanti cantieri sono ancora aperti perché l'attuale amministrazione non è stata in grado di utilizzare al meglio fondi che spesso sono tornati indietro. I 308 milioni sono risorse aggiuntive a quelle che, di prassi, erano previste e già destinate ai comuni e rappresentano anche per questo un’occasione unica. Penso al "progetto Sirena", inizialmente destinato al rifacimento delle facciate dei palazzi, adesso potrebbe essere utilizzato anche per la messa in sicurezza degli edifici. Ancora, le periferie: sono d'accordo sull'abbattimento delle "Vele" a Scampia, ma a Napoli, oggi, le periferie si sono moltiplicate, sono necessari interventi mirati per tanti quartieri.
Domanda cattiva: un premier della Lega Nord o del centrodestra avrebbe dato tutti quei soldi a chi lo insulta quotidianamente?
Se lo dico sembra una dichiarazione di parte, invece è la verità. E’ una questione di cultura istituzionale. L’attuale premier, forse perché anche un ex sindaco, ha dimostrato che Napoli è più importante di tutto, anche delle polemiche sterili di Luigi de Magistris. Renzi ha dato a de Magistris una lezione di stile. Non so quanti sarebbero stati capaci di fare altrettanto.
Lei ha parlato di "task force", di una struttura per attuare il patto. Può dirci qualcosa in più?
Credo che tra i dipendenti del Comune ci siano incredibili professionalità, ma vanno valorizzate meglio. Funzionari e dirigenti vanno aiutati, supportati, messi in condizioni di operare. E poi se fosse questo il problema, sono pronta a scommettere, che ci sarebbero decine di professionisti "esterni" pronti a collaborare anche gratuitamente per il bene della città. Non mi piace, in linea generale, che si lavori gratis, ma sono convinta che tantissimi professionisti napoletani sarebbero disposti a lavorare, almeno per una fase, per il bene della città senza pretendere un euro in cambio.
In una recente intervista ha dichiarato che dei 308 milioni, 80 milioni sono destinati all'edilizia scolastica e per gli impianti sportivi si può accedere a mutui scorporandoli dal patto di stabilità. Quindi lei, se fosse sindaco, ristrutturerebbe il San Paolo?
Sarò chiara e sincera: avrei tentato di coinvolgere Aurelio De Laurentiis, il presidente del Calcio Napoli, negli investimenti. Lo stadio San Paolo è una struttura che può essere messa a reddito e mantenersi senza soldi pubblici. I 25 milioni che l'assessore Ciro Borriello e il suo sindaco hanno chiesto in prestito per lo stadio cittadino, io li avrei, invece, destinati agli impianti sportivi delle periferie. Delle scuole ho già detto: sono una priorità.
Il PD napoletano e quello campano: qual è il suo giudizio? E, soprattutto, qual è il suo ruolo?
Basta con le battaglie congressuali perenni. Sono disposta a contribuire lavorando 24 ore al giorno per offrire dal fronte istituzionale un contributo al rilancio dell’identità del PD. Ma è evidente che non basta. E’ necessario che si avvii un percorso serio del partito: io dico basta ai commissari, sì al congresso, seppure qui a Napoli si dovesse anticipare di qualche mese rispetto a quello nazionale. Riavviciniamoci alle gente, torniamo a essere un punto di riferimento per i nostri elettori. Puntiamo ad essere una comunità tenuta insieme da un progetto leggibile. I numeri parlano chiaro: siamo scesi all'11% dei consensi. Si riparte da qui.
Chiudiamo con qualche "botta e risposta". Domanda facile: il peggior difetto del sindaco De Magistris.
Non ha come principale obiettivo il bene della città. Cerca, fondamentalmente, solo consenso personale.
Domanda difficile: un aspetto positivo del sindaco De Magistris.
E' un abile comunicatore. Pro domo sua, ma abilissimo.
Domanda obbligatoria: vincerà il SI o vincerà il NO al referendum costituzionale?
Non è una risposta politica ma sincera, mi creda: se si voterà pensando soltanto al merito delle riforme, vincerà il SI.
Domanda cattiva: cosa risponde a chi la accusa che non si può fare contemporaneamente il parlamentare e il consigliere comunale che mai partecipa ai lavori delle commissioni?
Con impegno e tanto sacrificio, si possono svolgere entrambi i ruoli.
Ultima domanda: sarà candidata al Parlamento alle prossime elezioni? E se sì, si dimetterà da consigliere comunale?
Ho una storia personale che parla per me. Molti pensavano che se non fossi stata eletta mi sarei dimessa da consigliere comunale. Invece, come vede, sono qui. Quando sarà il momento, decideremo. Infine, e credo così di aver detto tutto: nel 2010, per candidarmi alla segreteria provinciale mi dimisi da assessore e non ho poi mai più rimesso piede a Palazzo San Giacomo, anche se in molti non ci credevano.
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