La dura verità di Professione Drop-out
“Professione Drop-Out” non ha la pretesa di ergersi sulla coscienza del lettore, come il canto doloroso di una sfortunata e diffusa figura sociale. Non cerca il riscatto, né rivendica gioie tradite.
Se poi ingiustamente, si tentasse di leggervi un manuale di sopravvivenza per disoccupati quarantenni in cassa integrazione, si finirebbe per augurarsi il suicidio. Lo consiglio invece a chi abbia voglia di guardare in faccia alla nudità spenta e disillusa delle parole, delle azioni e dei pensieri comuni.
Il pregio del testo di Luca De Pasquale, oltre alla spietata sincerità, è la sua scelta di riempire i silenzi imbarazzanti, raggelanti o inconcludenti, con performance di bassisti e contrabbassisti. Verrebbe da chiedersi perché eleggere proprio il contrappasso a strumento del cuore, quando questo è sempre declassato a semplice cordofono di sottofondo. Niente di più evidente per Aiace Pellicciotto, antieroe e narratore della sua storia, che non perde occasione per millantare le eccezionali qualità del fedele compagno: tutta la sua esistenza ha vibrato a frequenze basse, ha seguito i ritmi delle corde basse. Solo nelle fantasie di ragazzo, nelle memorie di eventi lontani, ritrova attimi di beatificazione. Il presente è osservazione distaccata e disillusa di una condizione sociale ormai al margine, eppure dal protagonista quasi difesa e accettata, quella del disoccupato “drop-out e borderline”, come lui stesso si definisce.
Un uomo anomalo, e amabile per quanto attaccato all’esistenza in modo quasi duro e sfacciato. Aiace è un nome che evoca esemplarità ed epicità, caratteristiche che almeno apparentemente non sembrano convogliare nel rassegnato personaggio del libro; questo perché il cassaintegrato non cerca alcuna forma di salvezza o di promozione sociale. Attraverso il lento fluire degli eventi non viene percepita la lotta disperata dell’uomo, ma solo la cinica presa visione della drammaticità del quotidiano vivere.
Il gelo di un’esistenza inconcludente, per quanto rassegnata, viene contraddetto solo dalla poeticità delle citazioni in cima ad ogni capitolo: ognuna di esse crea il grande contrasto drammatico del testo; ricordando come l’attaccamento alla musica e all’arte in generale, possano, se non rinvigorire l’animo di un drop-out, almeno mostrargli “il modo di perdere più lentamente” per usare le parole di una celebre pellicola di Robert Mitchum tanto cara a De Pasquale.