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Speciale San Gregorio Armeno: luci e colori del centro storico di Napoli

Scritto da Vittoria Ziviello Il . Inserito in Succede a Napoli

san greg

Napoli, San Gregorio Armeno.

Via San Gregorio Armeno è una strada famosa in tutto il mondo per la peculiarità delle sue botteghe artigiane dedicate all’arte presepiale , la cui origine sappiamo essere assai remota: nella strada, in epoca classica, esisteva un tempio dedicato alla dea del raccolto Cerere, alla quale i cittadini offrivano come voto delle statuine di terracotta, fabbricate nelle botteghe vicine.

Tuttavia , la tradizione del presepe napoletano risale a non prima della fine del ‘700, ed è sopravvissuta fino ad oggi. È possibile visitare le botteghe tutto l’anno ed essere così sempre avvolti dalla tipica aria natalizia napoletana, che non manca mai di stupire con la sua strabiliante commistione tra originalità e tradizione.

Le botteghe sono generalmente gestite da artigiani esperti che tramandano la loro attività da generazioni ; le quali attività , probabilmente, in un primo momento si limitavano ad essere stagionali, fino a diventare un mestiere a tempo pieno. Mestiere, peraltro, non facile, dal momento che è necessario adattarsi ai tipi più disparati di clientela: dai collezionisti e appassionati, che acquistano nuovi pezzi 365 giorni all’anno, agli occasionali che invece fanno una visita solo quando è il momento di fare il Presepe.; ci sono poi i turisti che possono essere interessati all’acquisto di un souvenir veramente tipico della città di Napoli, ed infine, in tempi recenti, crescono sempre di più i compratori online.

Elemento di grande interesse è, naturalmente, quello della creazione dei prodotti. La produzione è interamente manuale, creata attraverso l’ausilio di stampi in gesso, che principalmente ricalcano le figure standard del ‘700. Tuttavia , il vero marchio di fabbrica di San Gregorio Armeno, è rappresentato dagli stampi caricaturali di vip e personaggi famosi, che non mancano mai di essere sempre aggiornati a quello che succede nel mondo.

Foto di Anna Laura Zamprotta