"La suonatrice di liuto" esposta al Museo Nazionale di Capodimonte
Dal 18 Novembre è esposta al Museo di Capodimonte “La suonatrice di liuto”, una delle più note opere di Johannes van der Meer, meglio conosciuto come Jan Vermeer. E’ la prima volta che una tela del pittore olandese è esposta in un museo partenopeo e, anche per questo, il popolo napoletano ha risposto con grande enfasi all’iniziativa.
L’arte è un incredibile connubio di tecnica e forza allegorica. Il pittore è, difatti, in primo luogo, un maestro artigiano che s’impegna nella ricerca della soluzione perfetta. Il tratto del pennello è certamente il viatico che permette al messaggio artistico di transitare da un’epoca all’altra, da una galleria all’altra.
Anche per questo, Johannes van der Meer è un considerato tra i pittori più importanti del XVII sec., perché ha innovato la pittura dell’epoca, attraverso i suoi studi sul colore. Così come testimoniato dalla “Ragazza col turbante”, capolavoro conosciuto in tutto il mondo.
La biografia di Jan Vermeer, però, non è particolarmente ricca, giacché la sua vita personale è ancora poco conosciuta agli storici dell’arte. E’ noto che il pittore provenisse da una famiglia protestante, ma sposò una giovane cattolica, di famiglia agiata, da cui ebbe quattordici figli.
Van der Meer trascorse la sua vita nella città di Delft, dove produsse buona parte delle sue opere, grazie anche all’aiuto fornitogli dal mecenate Van Ruijven, che sovvenzionò i suoi lavori. Alla sua morte, Vermeer lasciò i dipinti alla moglie, che li utilizzò per sanare i debiti familiari.
Tuttavia, dalla lettura delle scarne note biografiche del pittore, non può correttamente comprendersi la grandezza della sua arte. Tra le vie della città olandese, che ora vanta circa 100.000 abitanti, Vermeer elaborò una tecnica rivoluzionaria.
L’artista consacrò la tecnica del pointillé: applicazione del colore a piccoli punti ravvicinati, che donano alla figura un carattere trasparente. Si tratta di un espediente tecnico, grazie al quale le figure di Vermeer assumono un’incredibile vitalità, confinata in un assoluto candore.
Secondo parte della critica, il pittore olandese utilizzava servirsi di una camera oscura per i suoi lavori. Anche per questo, la fisionomia dei suoi personaggi è particolarmente definita e nitida, senza alcuna sbavatura.
Vermeer è, pertanto, il simbolo di una pittura silenziosa, che ha ad oggetto gli ambienti domestici e vita comune della borghesia del tempo. Nel suo tenue silenzio, però, il tratto del pennello di van der Meer è preciso e determinato.
Come una somma sintesi del suo percorso artistico, i quadri del pittore olandese sono, allo stesso tempo, discreti, ma puntuali, candidi, ma incisivi. Forse, anche per tale ragione la grandezza della pittura di Vermeer è stata apprezzata solo in tempi più recenti.
Come spesso capita, le sue tele non erano molto considerate dalla critica contemporanea. Al contrario, ad oggi, i dipinti di van der Meer sono famosi in tutto il mondo. Vermeer è, però, molto considerato anche in altri ambiti culturali. Tra questi, quello cinematografico, come testimoniato dalla pellicola “La ragazza dall’orecchino di perla” di Peter Webber.
La possibilità di ammirare un quadro di Vermeer al Museo di Capodimonte rappresenta, dunque, una reale opportunità. Opportunità, quest’ultima, resa tale anche dalla commendevole iniziativa presa dal direttore del Museo di Capodimonte, che ha voluto che il prezzo del biglietto non subisse variazioni. Buona visita!