Un reddito di cittadinanza per Napoli e per il Mezzogiorno
Introduzione
Sabato sera ho guardato il programma di Maria De Filippi (C’è posta per te) perché c'erano due calciatori del Napoli, Pepe Reina e Dries Mertens. In genere non lo guardo poiché lo trovo insopportabilmente melenso. Uno psicodramma collettivo al quale non mi piace sottopormi.
Ma non mi hanno colpito loro, i calciatori del Napoli, bensì l'assurdità di questo paese nell'affrontare temi come quello della povertà. I due calciatori erano chiamati a portare un po' di sollievo ad una coppia monoreddito con due bambine che viveva con un'entrata di soli 75 euro alla settimana di lui, guadagnati come garzone di una macelleria. I due ragazzi erano di Napoli e vivevano non lontano dalla sede del Calcio Napoli.
Ora mi chiedo: Un paese civile può consentire una cosa del genere? Credo che quelle due bambine soffrano di malnutrizione. Forse li aiutano i genitori della coppia, ma è una vita dignitosa questa? Possiamo affidarci ad una trasmissione televisiva per affrontare un problema sociale così grave?
Una politica contro la povertà
Occorre una politica seria contro la povertà. Mi sembra evidente che le trasmissioni televisive facciano bene a fare la loro parte, per carità, ma poi ci vorrebbe un rigurgito di dignità della classe politica affinché il tema sia affrontato in modo adeguato.
Certo, serve dare soprattutto occupazione, ma, visto che alcuni posti di lavoro ormai non danno neppure un reddito che consenta di superare la soglia della povertà, vogliamo affrontare seriamente questo problema? Un numero enorme di famiglie vivono in condizioni di povertà. Seppure il tasso di disoccupazione si riducesse di diversi punti percentuali, tuttavia, la povertà continuerebbe ad esistere. Oggi c’è appunto anche un problema di working poverty, che è la povertà di chi lavora per un reddito inferiore alla soglia della povertà. Diversi dipendenti pubblici hanno ormai un reddito che sfiora la soglia della povertà, mentre intere categorie della cosiddetta classe media, con l’avvento dell’euro sono cadute sotto la soglia della povertà. Molti dipendenti pubblici una volta “benestanti” oggi vivono un processo di proletarizzazione.
Allora cosa bisogna fare? Credo bisogna agire su diversi fronti e livelli. In primo luogo, va introdotta una politica seria contro la povertà e arrivare ad immaginare anche un reddito minimo di cittadinanza che sia assegnato a chiunque non abbia un reddito da lavoro oppure abbia un reddito da lavoro troppo basso, diciamo inferiore alla pensione sociale per integrarlo.
In secondo luogo, occorre ridurre il più possibile ed in modo stabile la tassazione sui redditi da lavoro dipendente, soprattutto quelli più bassi. La politica degli 80 euro va ripresa. È stata una importante misura redistributiva e allo stesso tempo un incentivo all’assunzione. Queste politiche hanno effetti positivi sulla crescita del PIL poiché si trasformano in un aumento pressoché immediato e totale dei consumi. Parliamo di redditi che hanno una propensione al consumo vicina ad uno.
In terzo luogo, occorre rilanciare gli investimenti pubblici, scegliendo quelli che hanno un maggiore effetto sulla capacità produttiva del paese e anche sul moltiplicatori. Non tutti gli investimenti pubblici sono uguali. Alcuni sono più efficaci e a maggiore intensità occupazionale di altri.
Va da se che queste politiche sono soprattutto per il Mezzogiorno, poiché è nel Mezzogiorno che vive la parte più povera della popolazione. Parliamo di regioni che si sono viste ridurre ormai in modo stabile da circa una ventina d’anni risorse importanti per la crescita e lo sviluppo.
La copertura finanziaria
La copertura finanziaria non dovrebbe essere un problema, non importa quanto queste misure siano costose. Certo, non parliamo di concedere contributi altissimi, ma minimi. Possono essere programmati interventi successivi nel corso del tempo. Anche l’idea di programmare la realizzazione di tali interventi crea un effetto positivo sui consumi e di rilancio della domanda aggregata.
Poi bisogna affrontare il tema della spending review. In Inghilterra e negli altri paesi anglosassoni si fa dal basso, concedendo ai cittadini la possibilità di denunciare opere inutili e spese inutili in ogni branca della pubblica amministrazione, salvo poi assegnare ad un organismo pubblico il compito di verificare la correttezza delle denunce dei cittadini.
Poi, occorre la valutazione, di cui si è detto prima. Ogni spesa pubblica deve prevedere una componente finalizzata alla valutazione d’impatto della spesa stessa, affinché nel corso del tempo si capisca sempre meglio quale spesa occorre sostenere e quale no.
Il ruolo della sinistra
Anche la sinistra perde di senso se non si pone più questi problemi. Fare aumentare i redditi da lavoro, soprattutto quelli più bassi e aiutare chi è sotto la soglia di povertà fornendo anche un reddito di cittadinanza credo sia un compito imprescindibile di una sinistra moderna. In passato, tutti lavoravano e la sinistra era difesa dei diritti di chi lavorava. Oggi ci sono intere fasce della popolazione che non lavorano, oppure, quando lavorano, percepiscono un reddito insufficiente. Cosa facciamo per cambiare questo stato di cose? Vorrei che i candidati alla segreteria del PD si esprimessero su questo tema prendendo il solenne impegno che il governo troverà quanto prima le risorse per introdurre un reddito di cittadinanza in questo paese.