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L’Angolo del Libro presenta: Il passo in più, di Francesco Pierucci

Scritto da Francesco Verdosci Il . Inserito in Letteratura

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Uno scrittore è in crisi perché non riesce più trovare la giusta ispirazione dopo l’enorme successo della sua opera prima Il Passo in più. Decide dunque di intraprendere un disperato viaggio, con la sua fidata Underwood Standard, in cerca della creatività da tempo perduta.
Tra rocambolesche fughe, arresti, lacrime e risate ed avvenimenti d’ogni genere e sorta, in questo affascinante viaggio sgangherato quanto la sua vecchia auto, incontrerà personaggi tanto improbabili quanto fantastici, tanto divertenti quanto grotteschi, esuberanti protagonisti di un’avventura che mescola sapientemente il grande cinema americano sia cult che pulp e la grande letteratura on the road, in un magico trip citazionista tra la strada di Jack Kerouac e le sceneggiature dei Fratelli Coen.

Benvenuti tra le affascinanti pagine de Il Passo in Più (Nulla Die Edizioni – 2017) ovvero l’opera seconda del napoletano Francesco Pierucci, classe 1989, copywriter freelance che attualmente vive e lavora a Milano. Grande appassionato nonché cultore di cinema, ha anche rappresentato l’Italia nella giuria internazionale del Festival di Venezia. Dopo aver collaborato a diverse antologie e realizzato svariati soggetti e sceneggiature, ha esordito con la raccolta di racconti Dieci piccoli passi (edizioni La Gru - 2011), grande successo di critica e pubblico, il cui titolo è stato ispirato dalla lettura del più famoso Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie. Ora Pierucci si cimenta finalmente in un romanzo e ciò che emerge subito, fin dalle prime pagine e l’immensa vena di creatività di questo giovanissimo autore partenopeo.

La passione del giovane autore partenopeo per il cinema, americano soprattutto, traspare dalla costruzione stessa della trama; le avventure del protagonista, scrittore in crisi creativa, sono di chiara matrice cinematografica, tanto da ricordare vagamente le peripezie dell’autore e giornalista americano Hunter s. Thompson nel suo rocambolesco racconto Paura e Delirio a Las Vegas (che fu portato al cinema dal regista britannico Terry Gilliam e magistralmente interpretato da un Johnny Depp quanto mai fuori di testa) anche se in chiave molto più leggera e scanzonata. Senza dubbio è un’opera originalissima, che si discosta molto dall’attuale panorama letterario italiano in cui la fanno da padrone i soliti, seppur grandissimi, Camilleri, Carrisi, De Cataldo e De Giovanni.

Ma è lo stile che sicuramente contraddistingue a pieno Francesco Pierucci dagli altri autori in circolazione, giovani e meno giovani. La scrittura è veloce ma mai banale e soprattutto è densa di significante oltre che essere molto scorrevole, diretta, estremamente godibile e molto efficace. Non ci sono buchi di trama, il tutto è coerente, piacevole, si lascia leggere e godere esattamente come fosse una divertente pellicola on the road, che è l’effetto – palesemente dichiarato dall’autore - che l’opera ha sul lettore. Da notare poi che, nonostante la “semplicità” della trama, più scorre l’avventura e più è difficile capire cosa succederà al protagonista pagina dopo pagina e quest’effetto, raramente riscontrato in altre opere affini, è tipico dell’estrema bravura del giovane autore napoletano.

La cosa più intrigante di tutte che però caratterizza Il Passo in Più è la brillante idea di inserire storie secondarie che, come degli affluenti, confluiscono nel fiume in piena della storia principale; senza alcun dubbio queste storie rappresentano degli spunti creativi sia per lo scrittore protagonista - che ovviamente li trasformerà in dei racconti brevi a se stanti – sia per Francesco Pierucci stesso, che ha volutamente inserito queste “storie” come idee sia per romanzi che per racconti di generi diversi (dal dramma, alla fantascienza post-apocalittica alla commedia e così via) e chissà che magari non userà davvero tutto questo materiale per scrivere la sua nuova opera.

In Conclusione, si può affermare convintamente che Il passo in più è un romanzo realizzato in maniera impeccabile; è un racconto scanzonato, divertente, emozionante, assolutamente adatto ad una lettura che sia di puro intrattenimento, tipica magari sia per le giornate estive che per i pomeriggi di relax seduti comodamente sul divano di casa. Per Francesco Pierucci è un esordio veramente ottimo per essere una trama volutamente di più ampio respiro e che sia così ben scritto e realizzato non era e non è affatto scontato, visto che di questi tempi sono davvero rari i giovanissimi autori che sanno districarsi tanto agevolmente sia con lunghi romanzi e trame più intricate che con racconti più brevi.