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“L’amica geniale”: da storia di carta a serie tv

Scritto da Claudia Coppola Il . Inserito in Letteratura

ferrante

Per tutti coloro che hanno letto e si sono fatti rapire dai romanzi di Elena Ferrante è in arrivo una bella notizia: è stata recentemente presentata una mini serie tv, targata Rai e Hbo, basata sul primo volume della tetralogia de” L’Amica Geniale”.

Per la serie, diretta da Saverio Costanzo e attualmente in fase di pre-produzione, ci sarà da attendere il 2018. Nel frattempo, però, in Italia e all’estero, già si discute con entusiasmo del nuovo progetto, con l’auspicio che questo riesca a rendere giustizia ai romanzi dell’autrice misteriosa, che ha stregato con la storia di Lila e Lenù i lettori di tutto il mondo.

Elena Ferrante, pseudonimo di un’autrice dall’identità sconosciuta, ne “L’amica geniale” è riuscita a plasmare un mondo in cui fin dalle prime righe il lettore viene trasportato. Il racconto della vita delle due protagoniste, dall’infanzia negli anni Cinquanta ad oggi, si intreccia con gli eventi economici e politici della storia recente. L’incalzante narrazione, che si sviluppa parallelamente al contesto socio-culturale in cui è inserita, segue il percorso di vita di Lila e Lenù, amiche e rivali, che si incontrano e si scontrano, fra il desiderio di sfuggire alla cruda realtà del rione dove sono nate e cresciute, la ricerca più o meno consapevole di una propria identità ed emancipazione, il confronto, l’invidia e l’ispirazione che reciprocamente cercano nell’altra.

Le opere della Ferrante, dallo stile moderno, crudo e realistico, hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, tanto che nel 2016 la rivista americana Time ha inserito l’autrice fra le cento persone più influenti del mondo.

Ci si chiede: può una storia di carta, tanto affascinante e complessa, essere raccontata dal piccolo schermo senza perdere il proprio fascino e la propria ricchezza di contenuti?

Si tratta di certo di un proposito ambizioso, di cui tuttavia i produttori, per Fandango e Wildside, si rivelano fiduciosi, complice l’approvazione e la guida della stessa autrice. In un’intervista al New York Times la Ferrante ha affermato di essere consapevole che il passaggio dalle parole alle immagini può certamente generare una distanza fra i personaggi, i luoghi e le situazioni che i lettori avevano costruito nella propria mente ed una più passiva “imposizione visiva”. Nondimeno, l’autrice ha anche espresso l’auspicio che questa serie possa descrivere il fascino di una città complessa, brutale e viva come Napoli: "Le città non hanno un'energia propria. Deriva dalla densità della loro storia, dal potere della loro letteratura e delle loro arti, dalla ricchezza emozionale degli eventi umani che vi hanno luogo. Spero che il racconto visivo provocherà emozioni autentiche, sentimenti complessi e anche contraddittori. Questo è ciò che ci fa innamorare delle città".

Riguardo i casting attualmente in corso per la ricerca dei bambini protagonisti, la Ferrante ha affermato di preferire, piuttosto che attori professionisti, degli scugnizzi autentici: "i bambini attori ritraggono i bambini come gli adulti immaginano che dovrebbero essere. (Invece) i bambini che non sono attori hanno qualche possibilità di uscire dallo stereotipo, specialmente se il regista è capace di trovare il giusto equilibrio tra realtà e finzione".

Solo così si potrà dar vita ad un racconto che è in parte finzione, ma che è anche molto realistico.

Lila, Lenù e i personaggi de “L’amica geniale” hanno catturato e sono entrati nel cuore di milioni di lettori. Non ci resta che attendere il 2018 per rincontrarli sul piccolo schermo, per rivivere, assieme a loro, una storia che, per un motivo o per l’altro, è un po’ anche la nostra.