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La prima personale di Mario Coppola, Cosmogonie, ospitata alla Fondazione Plart di Napoli

Scritto da Felicia Trinchese Il . Inserito in Mostre

cosmo

Cosmogonie, questo è il titolo della mostra a cura di Angela Tecce, Direttore della Fondazione Real Sito di Carditello, dedicata alle opere e al lavoro di Mario Coppola, colui che ha ispirato la teoria della complessità intenta ad incrociare scienza e filosofia. Sede di questa esposizione è la Fondazione Plart di Napoli che offrirà i propri locali per tale evento fino al prossimo 22 dicembre.

Il termine cosmogonia deriva dal greco e vuole significare la “nascita del cosmo” e, proprio in questo senso, il termine si traduce nel racconto della genesi: il mito, la leggenda dell’origine e dell’evoluzione dell’universo. Nella prima personale di Mario Coppola l’approfondimento del tema della creazione e della maternità, in particolare del legame che unisce l’uomo alla natura, è alla base di tutto. Le sue opere, infatti, si configurano come luogo in cui uomo, natura e macchina si incontrano e si sovrappongono.

Architetto, scultore e scrittore, Mario Coppola, di origini napoletane, ha da sempre condotto studi scientifici sui materiali per permettere una perfetta fusione tra natura, design e architettura, prima a Londra allo studio Zaha Hadid Architects, poi qui a Napoli dove lui stesso ha fondato Ecosistema Studio.

Cosmogonie è stata concepita proprio con l’obiettivo di rendere possibile lo sconfinamento tra natura e cultura, abbattendo il muro di ostilità che l’uomo ha creato nei confronti della sua madre Terra, ponendosi nei suoi confronti come un dominatore. L’intento è quello di esorcizzare questa linea di demarcazione che separa una figura dall’altra, come se non si appartenessero reciprocamente.

Il design di Coppola s’ispira alle forme e al cinematismo della natura e del corpo umano, gettando un ponte tra lo spazio domestico e l’ambiente naturale. Proprio su questa linea è stata creata l’opera fondamentale di questa mostra, Apollo e Dafne reloaded. Si tratta di una monumentale installazione site – specific plasmata in armonica continuità con le volte della Fondazione Plart attraverso una serie di sculture e rilievi realizzati appositamente per l’occasione.

La sua scultura si presenta con fattezze umane, per le quali Mario Coppola ha scannerizzato la figura atletica e scultorea di una danzatrice, che però si incontrano con parti animali ed elementi meccanici. La leggenda narra che la ninfa volesse sfuggire alle continue avance di Apollo, così chiede a suo padre, il dio Peneo, di trasformarla in una pianta di alloro. La Dafne di Coppola ha, però, delle braccia che assomigliano a delle lame piuttosto che a dei rami d’albero e le sue gambe, invece, hanno la forma di robusti e alti tronchi.

Tra le altre opere esposte troviamo: Intreccio, Nodi, Increspatura, Palpebra e Colonnorgano. Quest’ultima a differenza di Dafne vede un procedimento inverso: è l’entità architettonica che viene antropomorfizzata creando un abbraccio tra le due colonne che compongono la scultura.

La Fondazione Plart, leader internazionale nell’ambito della ricerca scientifica, restauro e conservazione dei materiali polimerici, si presenta come sede perfettamente appropriata per accogliere Cosmogonie. Tutte le opere di Coppola sono difatti realizzate in PLA (acido polilattico), una bioplastica ricavata dall’amido vegetale, biodegradabile ed ecologica, stampate in 3D con tecnologia FDM, acronimo di modellazione a deposizione fusa.