Napoli in "Memoria": voi avete già dimenticato?
Fino al 30 Novembre sarà allestita una delle mostre più toccanti di questo autunno d’arte: ”Memoria” è il titolo di questa intensa rappresentazione dell’artista Pietro Lista presso la SAACI/Gallery.
Questa mostra rientra nel “Matronato”, ovvero nel programma di patrocinio varato dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli, volto alla valorizzazione e alla promozione delle qualità culturali di diverse regioni italiane, tra cui ovviamente la Campania. Tutto ciò al fine di ottenere uno sviluppo umanistico, scientifico e sociale e quindi di incrementare, mediante la produzione artistica, il tema del dialogo e del progresso.
La mostra presenta circa quindici opere, del tutto inedite, tese all’espressione dell’Arte Povera di cui Lista rappresenta uno dei più importanti fautori del movimento poverista campano.
Le sue opere nascono da un vero e proprio scavo nella memoria personale, groviglio di sinapsi velocissime e ricordi indelebili esplodono nel presente attraverso pensieri e sguardi retrospettivi. In questa miriade evanescente di pulsioni egli cerca di ricostruire il passato ricomponendone i pezzi. La rappresentazione artistica sarà accompagnata da un testo poetico di Rino Miele ed una stesura critica di Rosa Cuccurullo. Tali lavoro saranno la cornice delle opere di Pietro Lista, artista profondo che verso la fine degli anni ’50, dopo essersi formato all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, inizierà la sua ricerca artistica che accompagnerà la sua carriera fino ad oggi.
Nel 1968, l’artista sarà l’unico rappresentante dell’area campana a farsi portavoce della corrente dell’Arte Povera in mostra in quegli anni ad Amalfi. Nelle fasi successive della sua vita, sempre in fervento, costituisce un gruppo teatrale,pubblica il manifesto “Il Vervo sorge dal sonno come un fiore” e inaugura la Galleria Taide a Salerno. Le opere presentate, di fatti, sono una vecchia scatola, scrigno della propria memoria, contenente un telaio a gabbia dal quale pendono scarpe, una foto sbiadita di un parente lontano, bastoni in legno, una teca con delle chiavi, un calco di gesso, ecc. Questi elementi non sono altro che frammenti, personalissimi ed intimi, dell’esistenza vissuta dell’artista nel profondo della sua intimità familiare.
Lista vuole indurre l’osservatore a chiedersi cosa rimane di quella vita intensa, imperfetta ma vera. Restano solo delle tracce, degli spezzoni come lemuri e fantasmi, involucri di sensibilità estrema depredati dal proprio senso pratico e pragmatico.
Il rigore logico che associa questi elementi è spesso incongruente, proprio come la vita di ogni giorno e come la sorte che balzana ti riporta alla mente ricordi dissociati tra loro.