Il caso “Cas” ad Ischia
Alla tragedia che ha coinvolto l’isola di Ischia si aggiunge un altro, infelice retroscena. Stavolta la colpa non è della natura, ma dell’uomo. Infatti, a fronte del tentativo da parte dello Stato di mettere a disposizione degli sfollati un contributo speciale, sono emerse domande provenienti da proprietari di abitazioni che non vivono sull’isola o che la usano un solo mese all’anno.
Ecco l’intento dei “furbetti”: lucrare sul Contributo di Autonoma Sistemazione (c.d. Cas) concesso dallo Stato a seguito del sisma. L’aiuto, previsto dall’art. 2 dell’ord. N. 476/2017 emessa dal Commissario delegato per l’emergenza, Giuseppe Grimaldi, è stato pensato per coloro che avevano perso temporaneamente la propria abitazione ed erano costretti a fittare una casa.
In particolare – si legge nell’ordinanza - «il commissario delegato, anche avvalendosi dei Comuni interessati, è autorizzato ad assegnare ai nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa sia stata distrutta in tutto o in parte, ovvero sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle competenti autorità, adottati a seguito dell’evento sismico di cui in premessa, un contributo per l’autonoma sistemazione».
Dunque, requisito per poter accedere al contributo è che l’alloggio colpito dal terremoto fosse quello in cui il richiedente dimorasse stabilmente. L’intento umanitario è sicuramente chiaro e condivisibile, ma ha rivelato subito i suoi punti deboli.
Infatti, non ci è voluto molto perché affiorassero i primi sospetti nei dirigenti degli uffici comunali preposti, i quali hanno demandato alla Guardia di Finanza la verifica delle posizioni di numerosi candidati.
Dall’analisi dei tabulati Enel ed Evi è emerso che alcune abitazioni avevano consumi pari a 0 in alcuni mesi l’anno, risultando in netto contrasto con il requisito della “abitazione principale” posto alla base dell’attribuzione del contributo. Le anomalie sono state registrate soprattutto a Casamicciola dove, a fronte degli oltre duemila sfollati, erano state presentante circa un migliaio di domande, tutte autocertificate.
La situazione, ancora in corso di accertamento da parte delle forze dell’ordine, lascia emergere un dato preoccupante: a fronte di un aiuto consistente proveniente dalle casse dello Stato (400€ mensili per i nuclei monofamiliari, 500€ per i nuclei familiari composti da due unità, 700€ per quelli composti da cinque o più unità), in Italia c’è ancora chi prova a sfruttare una tragedia di simili dimensioni a proprio esclusivo favore. A volte anche la tentazione, madre di uomini-ladri, dovrebbe cedere il passo al buon senso.