“Passaggi”, una mostra sulle opere e sull’evoluzione interiore di un artista napoletano, Paolo La Motta
Il PAN, il Palazzo delle Arti di Napoli, ha inaugurato lo scorso 8 dicembre la mostra “Passaggi” a cura di Zaira Orlando che vede come protagoniste le opere di Paolo La Motta. L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo e sarà visitabile gratuitamente per un mese intero, avvero fino al prossimo 8 gennaio.
Paolo La Motta, nato a Napoli, classe ’72, vive ed opera nella città partenopea. L’artista sviluppa le proprie indagini artistiche tra i linguaggi della pittura e della scultura. La figura, oggetto delle sue opere, e il suo rapporto con lo spazio sono da sempre gli elementi della sua ricerca volta sia in ambito bidimensionale che tridimensionale.
Attraverso “Passaggi” il genio napoletano ha offerto ben 20 dipinti e 6 sculture in terracotta riguardanti tutti il suo operato dell’ultimo anno, mostrando una chiara evoluzione interiore dell’autore che ha modificato anche il suo linguaggio artistico, non più basato su scatti fotografici, ma su elementi più distaccati.
Già il nome dell’esposizione, “Passaggi” appunto, sta ad indicare questi cambiamenti: la costante relazione tra il pieno ed il vuoto, tra le due e le tre dimensioni, la prospettiva all’interno dei suoi capolavori; niente è più inteso allo stesso modo. Sculture e dipinti interagiscono tra di loro come se la figura espressa nelle statue facesse parte del paesaggio retrostante descritto dal dipinto stesso.
Le opere dell’artista si ramificano con più tocchi di colore, con pennellate più intense nelle pitture e con una esistenza più viva del lavoro manuale nelle sculture di terracotta, per dare un maggiore spessore alle rappresentazioni e renderle vivide. La raffigurazione, naturalistica o ritrattistica che sia, trova un coinvolgimento più introspettivo attraverso le ombre, i toni scuri, gli squarci di cielo, gli sguardi assenti e gli elementi astratti. Tutto questo riporta il suo lavoro alla sintesi più estrema dell’arte intesa come “pure pretesto del suo fare”.
L’intensità delle figure di Paolo La Motta è tale da lasciare nello spettatore un vago senso di inquietudine che gli impone il porsi domande e riflettere sull’esistenza stessa. L’oggetto, raccontato minuziosamente in maniera più che realista, viene indagato nella sua totale essenza, impone la sua presenza per i suoi volumi e si offre totalmente per le sue profondità.
“Passaggi” rappresenta, fino a questo momento, l’apice della carriera artistica di Paolo La Motta, il quale ha affermato, inoltre, che «Produrre un’opera non è un pretesto per allontanarsi dalla realtà, ma neanche un motivo per imitarla». Fare arte vuol dire prendere la realtà globale e renderla personale.