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La vicenda Fnac Italia - Parte II: il caso napoletano

Scritto da Roberto Calise Il . Inserito in Port'Alba

2013.07.10 - La vicenda Fnac Italia 2

Continua il nostro piccolo “viaggio” nell’intricata questione Fnac Italia. Dopo aver tracciato la scorsa settimana il quadro nazionale di quanto sta avvenendo, è ora di focalizzarci sulla situazione napoletana.

Cominciamo dalla fine. Fonti interne Fnac confermano la notizia della riapertura del punto vendita fissata per il prossimo lunedì 15 luglio 2013; riapertura che comporterà diverse novità, che più avanti analizzeremo nel dettaglio. Ma come si è arrivati alla chiusura?

Fnac Napoli viene inaugurata nel 2003 in via Luca Giordano, nel cuore del Vomero (V Municipalità), un quartiere a forte vocazione commerciale. La collina vomerese è tradizionalmente ricca di librerie: si va dalle storiche Guida e Loffredo (rispettivamente in via Merliani e in via Kerbaker), alle librerie d'essai (come L’Internazionale, sita in via Scarlatti), per non parlare delle frequentatissime bancarelle prospicienti la scuola elementare Vanvitelli, proprio a due passi dalla neonata Fnac. Il quartiere è altresì ricco di negozi di dischi: se ne contano quattro, fra cui ricordiamo Diapason (galleria Vanvitelli) e Fonoteca (via Morghen). Nel giro di pochi anni, complice la crisi economica, la generale sofferenza del mercato discografico, e la concorrenza di Fnac (imbattibile tanto a livello quantitativo quanto qualitativo), scompaiono tutti i rivenditori di CD, eccezion fatta per Fonoteca. L’aumento indiscriminato dei fitti sarà invece la causa principale della scomparsa di due librerie, L’Internazionale e la storica Guida.

La Fnac si ritrova così ad esercitare un ruolo di monopolio nel settore “cultura” all'interno del quartiere. Proprio per questo, nonostante la crisi, il megastore di Napoli è uno dei pochi negozi della catena italiana a non risultare in passivo. Diventa inoltre un fervido luogo d’incontro, grazie al suo forum eventi sempre attento alle novità artistico-culturali del momento, con un programma puntualmente accattivante. Infine, la posizione del magazzino risulta essere strategica: con la chiusura al traffico di via Luca Giordano, attuata dalla II giunta Iervolino, la Fnac diventa il cuore della neonata isola pedonale.

La chiusura di Fnac Napoli è stato indubbiamente una doccia fredda per l’intero quartiere, spogliato della quasi totalità delle sue librerie e negozi di dischi. Inoltre, sembra essere la ciliegina sull’amara torta della crisi del commercio, con chiusure eccellenti come Guida ed Eldo. Ma tantissimi sono ormai i negozi sfitti, vuoti, abbandonati. Davanti a questo quadro sconfortante, la politica locale - lamentano le nostre fonti interne a Fnac - ha fatto mancare un suo decisivo appoggio, sia a livello municipale sia comunale. Non si è insomma mai andati oltre un vago e velleitario “interessamento alla questione” da parte del sindaco De Magistris e dell’Assessore comunale alle Attività Produttive, nonostante le numerose proteste attuate dai dipendenti.

Con la “ristrutturazione” operata dal fondo Orlando Italy Management, e la conseguente chiusura di diversi punti vendita sul territorio nazionale, i dipendenti napoletani hanno temuto il peggio. Uno spiraglio si è però aperto. La recente cessione di ramo d’azienda a DPS Group (la holding proprietaria del marchio Trony) permetterà di riavviare, il prossimo 15 luglio, l’attività dei megastore italiani superstiti, fra cui Napoli.

Ma come sarà la “nuova” Fnac?

Presto detto: a livello estetico quanto organizzativo, Fnac Napoli resterà praticamente uguale. Non vi sarà, almeno per ora, la vendita di quel che in gergo viene definito “bianco”: vale a dire, niente frigoriferi né fornelli. Il timore più grande degli affezionati di Fnac è quindi scongiurata: questa non diventerà una copia di Trony (di cui una attrezzatissima filiale dista in linea d'aria meno di un chilometro dalla Fnac!).

Il fattore più interessante emerso dalle diverse riunioni fra i sindacati ed il management di DPS Group è che Fnac continuerà a puntare sempre sul suo target abituale, ovvero la media-alta borghesia residente nei centri città. Si cercherà quindi di continuare i programmi di fidelizzazione, come la tessera a punti, e soprattutto si continuerà a puntare sulla vendita di libri attraverso un accordo con Mondadori per uno “shop in shop”. La casa editrice prenderà quindi in gestione il piano inferiore, anche se, a dirla tutta, l’accordo fra DPS e Mondadori non è stato ancora siglato. E' fissata per il 12 luglio una riunione in merito, solo dopo la quale saranno noti maggiori dettagli.

La riunione del prossimo venerdì permetterà inoltre di chiarire la questione occupazionale, che è, al momento, sicuramente la più delicata: rientreranno infatti a lavoro su Napoli solo 38 dei 71 dipendenti. Resteranno a casa, almeno per ora, gli addetti dei reparti dischi e libri, in attesa di novità sul fronte Mondadori. Sempre la casa editrice dovrebbe poi curare le attività dello spazio eventi, contro la cui chiusura numerose voci si erano levate, fra cui quella del presidente del “Comitato per i Valori Collinari” Gennaro Capodanno, che a tal proposito ha promosso anche una petizione (consultabile sul sito: http://firmiamo.it/napoli--salviamo-il-forum-fnac).

La scelta di DPS di diversificare il suo portafogli di clienti classico, e di non replicare quindi l’esperienza Trony tout court, passa anche per una questione semantica. Verrà infatti conservata inalterata per almeno un anno la sigla “Fnac”, in attesa di chiarire meglio con la ormai ex-casa madre francese la questione dei diritti d'immagine. Ma se l’insegna resterà la stessa, se l’organizzazione degli spazi resterà uguale, e si spera che presto anche il settore dei libri e dei dischi ritorni agli antichi fasti, novità vi saranno sui prezzi. Fnac Italia diverrà probabilmente molto più competitiva grazie al passaggio a DPS, in quanto, almeno per ciò che concerne l’elettronica, i prezzi saranno presumibilmente gli stessi praticati negli store Trony.

Fnac Napoli, e con essa i restanti punti vendita superstiti (Genova, Milano, Torino, Verona), sembra quindi destinata a risorgere dalle sue ceneri. Ceneri che si sono mestamente accumulate nei mesi passati, quando i dipendenti sono stati ignorati da un management che, sempre per quanto riferito dalle nostre fonti, ha abbandonato la nave appena il naufragio sembrava ormai inevitabile. La politica, a livello tanto nazionale quanto locale, è stata anch’essa assente, così come non vi è stata un’adeguata copertura mediatica da parte dei vari media nazionali. Nonostante ciò, i lavoratori non si sono persi d’animo, riunendosi in un comitato, “Salviamo Fnac” (QUI la loro pagina Facebook), che ha raccolto la solidarietà di tantissimi cantanti, attori e personaggi dello spettacolo (fra cui, il da poco compianto Don Gallo, Giovanni Allevi, Piero Pelù, Roberto Vecchioni, Fiorella Mannoia, Niccolò Fabi, Skin).

Il negozio che tutti volevano salvare, ma che nessuno ha difeso, il prossimo lunedì riaprirà i battenti. E’ questo il miglior premio per i dipendenti che hanno lottato senza arrendersi nell’indifferenza generale. Al netto delle tante questioni ancora sul tavolo, a partire da quella occupazionale, questa piccola fenice non può essere che un buon augurio per un quartiere e per un’intera città che mai come oggi vede il suo settore commerciale ancora immerso nella notte più buia.

 

La vicenda Fnac Italia, le altre puntate:

  • Parte I – Il quadro nazionale (LINK)
  • Parte III - Quale futuro per lo store di Napoli? (LINK)
  • Cala il sipario su Fnac Italia, al Vomero sbarca Trony (LINK)

 

Per ulteriori informazioni sulla vicenda Fnac:

  • Sito ufficiale Fnac Italia (LINK)
  • Fnac su Wikipedia (LINK)
  • Pagina Facebook del comitato “Salviamo Fnac” (LINK)
  • Petizione "Salviamo il Forum Fnac" (LINK)
  • Articolo de “Il Becco” a cura di Daniele Quatrano, consigliere presso la Municipalità V (Vomero-Arenella) (LINK)
  • Articolo di “Schermaglie”, testata online di cinema e spettacoli (LINK)