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Perché scelgo Bersani?

Scritto da Leonardo Impegno Il . Inserito in Il Palazzo

Nei mesi scorsi ho commesso un errore: consideravo le elezioni primarie per la scelta del Premier,  in assenza di una legge elettorale maggioritaria,  un elemento di confusione. Invece, anche in assenza di tale fondamentale certezza, le primarie hanno suscitato passione e partecipazione, rendendo il confronto politico positivamente dinamico.

Essendo il dibattito pubblico e l’uso pubblico della ragione un elemento essenziale della democrazia, possiamo affermare che il primo round è a favore del PD. A sostegno di tale tesi oltre ai sondaggi che vedono il Partito Democratico intorno al 30%, c’è la decisione assunta dal PDL di selezionare il proprio leader con lo stesso strumento: si dice che quando i tuoi avversari si vedono costretti ad usare le tue stesse “parole”, non è il colpo del K.O., ma sicuramente è quello che li fa traballare. Come abbiamo vacillato noi per un’intera stagione politica con la “parola” federalismo. Insomma di fronte ad uno scenario politico, economico e sociale drammatico e privo di certezze, fonte di paure e sfiducia nel futuro, le primarie si sono rilevate l’unica grande traccia di partecipazione-conoscenza e speranza che la politica italiana abbia messo in campo. Questo è il primo riconoscimento che va rivolto a Bersani che testardamente (nonostante che tutti i maggiorenti del PD fossero contrari) ci ha creduto, convincendo tutti. Sia chiaro, non è solo un riconoscimento che va dato al coraggio di un uomo che ha sottoposto la sua leadership (garantita dallo Statuto) alla verifica elettorale, ma all’intuizione che fosse necessario e utile di fronte alla desertificazione del dibattito pubblico e all’enorme crisi morale e di credibilità della politica e dei suoi interpreti, offrire uno strumento di partecipazione che mettesse in circolo idee nuove, uomini e programmi. Insomma presentare all’attenzione dell’opinione pubblica un progetto per il futuro del nostro Paese. Questa è la ragione principale che mi induce a considerare il confronto principale, quello tra Bersani e Renzi,  come il miglior contributo alla costruzione di un partito forte, solido, plurale e a vocazione maggioritaria. Il vincitore delle primarie dovrà rappresentare la somma (il massimo comun denominatore) delle due proposte politiche. Detto ciò, perché scelgo Bersani? Per la solidità di pensiero, la serietà nei comportamenti, il coraggio dell’innovazione che insieme a una grande volontà sono elementi che formano un leader credibile sulla scena europea. Avverto, inoltre, che Bersani è consapevole che uscire dalla crisi non significa tornare  automaticamente all’era socialdemocratica: Quel mondo non può tornare più, perché è venuto meno uno dei suoi presupposti fondamentali, la dimensione prevalentemente nazionale dei problemi economici e sociali. So che si batterà per ridurre le diseguaglianze tra i redditi(causa profonda della crisi economico-finanziaria che stiamo vivendo); che affronterà con equilibrio e determinazione le anomalie e i ritardi che affliggono il nostro Paese, dal sistema giustizia, alla riforma delle istituzioni, ad un nuovo approccio sulla questione meridionale. Infine Bersani ha un progetto politico ed una alleanza in grado di far vincere e governare il centrosinistra in Italia aprendo finalmente, dopo 20 anni, un ciclo riformista per cambiare in profondità il nostro Paese.



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