“Maestre” di Silvana Leonardi: un incontro con le donne che hanno segnato il suo percorso artistico
L’artista romana Silvana Leonardi con un doppio appuntamento, a Napoli e a Santa Maria Capua Vetere, ci invita ad una riflessione sulle sue “Maestre”. La mostra, inaugurata lo scorso 8 marzo e visitabile fino al prossimo 31 marzo, ospitata nello spazio culturale di “Movimento Aperto”, si presenta come una raccolta di ventuno dipinti su carta (olio e mixed media) di varie dimensioni ritraenti i volti di scrittrici, poetesse, artiste, scienziate che hanno saputo sfidare i pregiudizi della società, conquistarsi un ruolo di primo piano nel mondo tutto maschile, il mondo del pensiero, il mondo delle arti.
Per l’occasione Silvana Leonardi ha esportato in Campania dal suo studio di Trastevere, i lavori dedicati alle donne della cultura poliedrica della sua vita. In particola l’esposizione si presenta come un’occasione per riflettere sulle donne-icona, per l’appunto. A Napoli, ha scelto di presentare tra le altre: Anna Maria Ortese, Emily Dickinson, Virginia Woolf, Louise Bourgeois, George Sand, Colette e Grazia Deledda, mentre a Santa Maria Capua Vetere ha portato tra le altre Eleonora Duse, Edith Piaf, Luisa Sanfelice, ed Eleonora Pimentel Fonseca.
Sembrerebbe quasi un elenco di nomi già noti, ma poi in realtà ciò che va approfondito nel guardare la versione che Silvana Leonardi da di tali “celebrità” è chiedersi per ogni singola opera quale sia stata la relazione tra l’artista e le sue muse, quando le ha incontrate e perché le ha scelte una ad una. Il primo concetto che viene messo in evidenza è la differenza che risiede nella parola maestri/maestre: al femminile rimanda immediatamente al concetto didattico di scuola o a quello materno.
La madre è in fondo la nostra prima maestra. Lei stessa nel presentare i suoi lavori osa ammettere che alla domanda su chi siano i maestri nell’arte che l’hanno segnata, ripete per primo il nome degli uomini e solo raramente, facendo particolare attenzione, cita i nomi delle sue maestre. Solo dopo aver distinto la differenza tra madre e maestra e aver scavato “il fiume carsico del sapere femminile” Silvana Leonardo è riuscita a manifestarle davvero per quelle grandi artiste che sono state. E così ce le presenta di primo piano, faccia a faccia in questa esposizione.
L’altro messaggio che la Leonardi è che non è ovviamente mai troppo tardi per entrare in contatto con la vita e le opere di queste “Maestre” i cui volti mostrano costantemente un effetto cracklè non a caso. La patina che ne screpola la superficie, è quella del tempo e nient’altro che la distanza temporale ne impedisce la visione. I “Volti di Sapienza”, così come lei li chiama, accompagnandoli con versi significativi ispirati all’arte greca delle fanciulle sempiterne dell’arte ateniese, le korai, si rivelano così davanti a noi, assorte e pensose, ciascuna nella propria disciplina.
Ad un primo impatto può sembrare che qualcuna di queste grandi donne guardi diritto negli occhi chi le osserva, ma in realtà è Silvana a sfidarci nel ricordare i volti della nostra storia fatti di olio, pastelli e pigmenti materici.
“Maestre” non è una commemorazione di grandi donne che hanno lasciato un solco nella storia, anzi si tratta di una epifania pura: possono guardarci negli occhi, e noi possiamo fissarle. Sono eterne fanciulle con cui stabilire un contatto, Grandi Maestre pronte a formare ancora Grandi Maestre.